“Curare è prendersi cura” – Mandelli (Ail) presenta il suo libro a Grottaglie
Verrà presentato sabato 20 dicembre, alle ore 18:30, nella hall del Laboratorio d’analisi “Burano e Santilio” di Grottaglie, in via Matteotti n°51, il libro del presidente nazionale dell’Ail (Associazione italiana leucemie) Franco Mandelli “Curare è prendersi cura”. Organizzato dall’associazione culturale Koiné, l’associazione italiana contro le leucemie e linfomi – Onlus e l’associazione Medici per San Ciro – Onlus, l’evento gode del patrocinio del Comune di Grottaglie.
Alla presentazione, che verrà coordinata dal presidente dell’associazione Koiné Roberto Burano e sarà aperta dai saluti del vice sindaco di Grottaglie Maurizio Stefani, dell’assessore alla cultura Maria Pia Ettorre, del presidente dell’Ail Taranto Paolo D’Andria e del vice presidente di Medici per San Ciro Aurelio Urselli, interverranno l’assessore regionale alla salute Donato Pentassuglia e ildirettore della struttura complessa di Neurologia dell’Asl di Taranto Saverio Internò. Nel corso della serata, alcuni volontari dell’Ail leggeranno dei brani tratti dal volume di Mandelli.
«L’ho capito da quando mi sono laureato – ha raccontato Mandelli in occasione della prima presentazione del suo libro a Milano (fonte www.cattolicanews.it) – : il malato non è solo una persona a cui dobbiamo dare farmaci e cure. È una persona che ha il diritto di parlare, di essere ascoltato, di telefonarci sempre, di essere seguito ogni giorno. Anche la domenica mattina andavo sempre in ospedale, visitavo con più calma i pazienti e loro erano felici di quelle attenzioni, di ricevere anche solo una parola di conforto e di interesse».
«In questi decenni – ha continuato nella stessa occasione il presidente dell’Ail, professore emerito di Ematologia dell’Università La Sapienza e primario emerito del Policlinico Umberto I di Roma – ho visto cambiare tantissimo l’ematologia, purtroppo ho curato tante volte i bambini, anche quando, malattie come la leucemia acuta non dava speranza: ora si può guarire in quasi l’80% dei casi. Certo, ancora adesso è difficile per me comunicare le diagnosi infauste, soprattutto perché ci si affeziona ai malati, a tutti i malati, non solo ai bambini. Anzi, vorrei dire che forse, mentre i bambini non vengono lasciati mai soli soprattutto dalle loro mamme, sono gli adulti e gli anziani quelli che rischiano di più di vivere l’esperienza della malattia oncologica e delle cure in solitudine».
Infine, un messaggio per i giovani che vogliono iscriversi alle facoltà di Medicina: «Chiedetevi sempre: perché voglio fare il medico? Se lo fate per vivere una vita facile e ricca, non è quella la strada. La nostra è una vita pieni di sacrifici e di impegno, anche a costo di trascurare gli affetti e molti interessi personali. È una vita di amore per i malati, ma anche per i parenti dei malati, che non dobbiamo mai trascurare. È una vita in cui non c’è domenica e non c’è notte in cui riposare se qualcuno ha bisogno di noi, anche solo per parlare. Ma posso dirvi con sincerità che l’ho sempre fatto con grande piacere». Durante la presentazione chi vorrà potrà offrire il suo contributo all’Ail acquistando il volume dai volontari dell’associazione.