Ilva, fino a domani lo sciopero dei lavoratori delle gru IMA
TARANTO – Durerà sino alle 7 di domani mattina lo sciopero indetto dai sindacati metalmeccanici per i lavoratori Ilva che operano sulle gru IMA del secondo e del quarto sporgente del porto di Taranto. Inoltre, questa mattina si svolgerà anche un presidio degli stessi lavoratori all’esterno della direzione del siderurgico.
E’ quanto stabilito al termine dell’assemblea che sindacati e lavoratori hanno tenuto nella serata di ieri, dopo la riunione svolta nel pomeriggio e convocata dall’azienda per approfondire le problematiche legate alla sicurezza dei lavoratori e in particolare all’ultimo incidente che ha visto il coinvolgimento – per fortuna senza gravi conseguenze – di due operai impegnati sulla gru denominata “DM 7” al IV sporgente, che giovedì scorso ha subito un improvviso cedimento di un braccio, sfiorando la tragedia, e in merito al blackout della sera precedente al II sporgente.
Durante la riunione, l’azienda aveva proposta un verbale non condiviso dalla Fiom Cgil, in quanto ha sostenuto che l’unico soggetto in grado di certificare l’operatività e la sicurezza delle gru, è ARPA Puglia. Diversamente, Fim Cisl, Uilm Uil e Usb avevano deciso di proporre il verbale ai lavoratori: alla fine è quindi passata la linea della Fiom. Le cui RSU ed RLS nella mattinata di ieri avevano diramato una nota congiunta nella quale si evidenziava come “il grave incidente avvenuto giovedì scorso all’area Ima dell’Ilva, con il crollo del DM7 al quarto sporgente, reclama risposte sulle cause che l’hanno determinato”.
“Sino a notte fonda – ricordano i rappresentanti dei lavoratori – siamo stati impegnati nell’accertamento dei fatti. Il diritto alla vita viene prima delle esigenze della produzione. I due fattori si possono coniugare solo se l’azienda fornisce risposte e misure tangibili a svolgere tutte le pratiche operative garantendo il massimo di sicurezza”. Secondo i rappresentanti sindacali “il frastuono mediatico che nel fine settimana si è cercato di costruire, in totale malafede, a danno della Fiom per un presunto quanto inesistente defilarsi da una situazione così importante, si è infranto nel civile confronto nel corso dell’assemblea. Non si specula sulla salute delle persone, chi lo fa agisce da sciacallo alla ricerca di visibilità e facili consensi”.
Intanto, continua ininterrotta da parte di tutte le istituzioni coinvolte, l’attività di monitoraggio della situazione in atto, verificatasi a seguito del crollo della gru ubicata presso il IV sporgente del porto di Taranto, per cause che ancora si è in corso di accertamento e valutazione. Un ulteriore sopralluogo è stato condotto, infatti, nella giornata di ieri, via mare a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera di Taranto, nello specchio acqueo dove si è verificato l’evento, dal Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Taranto Francesco Sebastio, accompagnato dal Comandante del porto, Capo del Compartimento marittimo di Taranto, Capitano di Vascello Giuseppe Famà e dal Comandante Provinciale dei Carabinieri Colonnello Daniele Sirimarco.
“L’intervento ha fatto seguito alla operazione, perfettamente riuscita, di recupero dalle strutture sommerse della gru di un notevole quantitativo di olio lubrificante che seppure contenuto in casse apparentemente integre, costituiva un potenziale pericolo per l’ambiente, condotta nella giornata di ieri dai sommozzatori locali autorizzati, con l’assistenza della ditta concessionaria del servizio di disinquinamento ed antinquinamento del porto di Taranto – si legge in un comunicato della Capitaneria di Porto -. L’intera operazione di recupero del materiale inquinante si è svolta sotto la stretta vigilanza, via mare e via terra dell’Autorità marittima, tenendo costantemente informata la locale Procura della Repubblica. L’attenzione delle istituzioni è tuttavia rivolta anche alla situazione in atto in relazione alla posizione in cui si trova la stessa gru, in bilico sulla banchina ed in parte sommersa, per il rischio che la stessa possa scivolare in mare, sebbene le prime valutazioni tecniche, condotte dai tecnici di parte dell’Ilva, con l’assistenza di personale specializzato della Autorità marittima e sotto l’alta vigilanza della Procura della Repubblica, considerate le caratteristiche della parte della gru sommersa e del tratto di banchina in cui si è verificato l’evento, consentano di escludere al momento il rischio di danni gravi all’ambiente ed alla sicurezza della navigazione. Per comprendere, invece, le esatte cause del verificarsi di un evento così eclatante, saranno necessari ulteriori approfondimenti tecnici, che le istituzioni competenti, così come la stessa Ilva stanno conducendo, anche acquisendo informazioni tecniche direttamente dalla ditta costruttrice della gru”.
G. Leone (TarantoOggi, 16.12.2014)