“A nostro giudizio – si legge in un comunicato a firma del segretario generale SLC Puglia Nicola Di Ceglie – la struttura aziendale menzionata è fortemente contaminata nella gestione quotidiana da una nota organizzazione sindacale confederale che vive uno stato di delirio di onnipotenza nella sua consolidata convinzione che ai propri rappresentanti e iscritti tutto è permesso. La valutazione degli ASI, dei Messi Notificatori, dei Capisquadra: sono tutte scelte che non hanno una valenza di merito aziendale ma bensì un premio di appartenenza ad un particolare sindacato. Alcuni di questi novelli bravi moderni di manzoniana memoria minacciano o promettono quotidianamente promozioni ai lavoratori iscritti, nel rispetto del pluralismo, ad altre organizzazioni sindacali carpendogli l’adesione alla propria sigla sindacale con promesse di miglioramenti futuri di ogni genere”.
Il fatto “veramente grave e alquanto particolare” secondo la SLC Cgil Puglia, “è che in un momento successivo tutte le minacce o le promesse si concretizzano con provvedimenti aziendali. Addirittura si arriva a negare da un anno la retribuzione dell’istituto della missione ad una lavoratori. Solo con la motivazione che la predetta ha dato le dimissione sempre da quella nota organizzazione sindacale”.
A questo punto, la SLC Cgil si pone diverse domande: “ma i referenti aziendali della RAM 2 da chi vengono pagati? Da Poste Italiane o dalla nota organizzazione sindacale? Il responsabile delle Risorse Umane Sud l, che dovrebbe essere il garante sul territorio dei processi aziendali, che cosa ha fatto in questi mesi per riportare la trasparenza e il rispetto di regole eque sul quel segmento aziendale del territorio tarantino? O forse anche il RUR Sud l è “condizionato” sempre da quella nota organizzazione sindacale?”.
“Noi crediamo che i messali che sta lanciando il nuovo amministratore delegato vadano nella direzione giusta: l’azienda deve fare l’azienda, il sindacato deve fare il sindacato. I ruoli devono essere chiari e ben definiti e ognuno si prenda le proprie responsabilità. E’ ora, per essere credibili, di passare dalle parole ai fatti. E i fatti sono, per quanto ci riguarda, che l’azienda deve avere il coraggio di fare pulizia al proprio interno, si deve riappropriare della gestione dei processi aziendali su territori da troppo tempore, delegati ad altri organismi e, oseremo dire, a volte che inquinati da ingerenze e commistioni dannose” conclude la SLC Cgil Puglia. Rispetto a quanto denunciato, la segreteria SLC di Taranto è a disposizione per circostanziare avvenimenti, persone ed episodi.
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