La tempestiva risposta del Ministero della Difesa alle sollecitazioni di Confindustria, avanzate non certo per cedere ad un gusto polemico fine a se stesso bensì per l’importanza della materia in oggetto (il taglio drastico delle risorse per la manutenzione navale), è il segnale che attendevamo da tempo. Non possiamo pertanto che cogliere la disponibilità del Ministro e auspicare che la preannunciata sua visita a Taranto avvenga a breve, come prospettato dalla nota diramata dal Ministero Difesa.
Sappiamo, avendolo appreso pochi giorni fa, dell’avvenuto sblocco delle assunzioni del personale civile annunciato dal Ministro Pinotti, così come nulla ci impedisce di credere che l’attenzione verso l’Arsenale di Taranto sia e continui ad essere alta, se non altro in considerazione dell’importanza strategica che assume a livello nazionale. Tuttavia, permane la forte preoccupazione fra le aziende del settore navalmeccanico, da sempre spina dorsale del naviglio della Marina Militare, per i previsti tagli alle risorse per la manutenzione. Una preoccupazione che non poteva che crescere in maniera esponenziale fino a diventare un vero e proprio campanello d’allarme.
Già dal maggio scorso infatti, erano stati manifestati da parte di queste aziende i fortissimi timori per la grave situazione di crisi venutasi a creare a causa della progressiva carenza di attività lavorative, determinata dalla conclusione delle commesse relative ai lavori di manutenzione sulle unità navali militari, nonché la profonda incertezza in merito alla programmazione dei futuri lavori da effettuare e all’eventuale ripresa delle attività.
Le loro preoccupazioni, peraltro, sono ancor più giustificate alla luce dell’efficienza e dello spirito di collaborazione che queste imprese, pur nella crisi, hanno finora dimostrato, riuscendo a consegnare gli ultimi lavori- anche poderosi- in tempi record, (l’ultimo riguarda Nave Garibaldi) e riscuotendo, come sempre, grandi apprezzamenti. Ecco perché contiamo, con estrema fiducia e con grande attenzione verso le azioni che il Ministero riterrà di attuare, su un auspicabile cambiamento di rotta.
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