Tempa Rossa, Mazzarano (Pd): “Non ci serve una Provincia tifosa dell’Eni”

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Riceviamo e pubblichiamo nota stampa del consigliere regionale Michele Mazzarano (Pd). 

mazzaranoUno degli errori che, a mio avviso, non bisognerebbe commettere, nel grave momento che attraversa il territorio jonico, soprattutto se si discute di progetti ad alta sensibilità ambientale, è quello di schierare le Istituzioni del territorio, come tifoserie contrapposte, a sostegno a priori di un semplice “SI” o di un semplice “NO”. Il dibattito sul progetto Tempa Rossa e il conflitto tra Provincia e Comune va a discapito della prerogativa principale delle istituzioni locali che è la difesa del territorio e la rivendicazione della propria dignità.

Mi preme, a questo proposito ricordare che molti procedimenti amministrativi e atti deliberativi, che, sin dal 2010, hanno interessato gli enti locali su Tempa Rossa, brillano per l’assenza sistematica di prescrizioni richieste, quali uno studio accurato sul “rischio di incidente rilevante”, sulla diffusione di inquinanti odorigeni, sulla “valutazione del danno sanitario”. Rispettare un territorio non può significare brandire la clava del ricatto occupazionale ma rassicurarlo sui rischi ambientali, investire in compensazioni ambientali e destinare ingenti risorse finanziarie per lo sviluppo del porto interessato, come accade, ad esempio, per il porto di Trieste.

Di tutto questo, qui non vi è traccia. Come è del tutto illusorio far credere che tale investimento produrrebbe occupazione di massa. La scelta del Comune di Taranto di intervenire sul Piano regolatore portuale è un segnale forte di richiesta di rispetto e difesa del territorio di fronte alla reiterata approssimazione con cui ENI prima, e le compagnie petrolifere poi, hanno affrontato l’interlocuzione con le amministrazioni locali. In questo quadro considero un segnale negativo vedere la Provincia di Taranto arroccata nella posizione della difesa aprioristica del progetto in questione. Se Tempa Rossa, come ci dice il Governo, è un investimento strategico per il Paese, è giusto che venga percepito come tale innanzitutto dalle popolazioni che devono avere una chiara ed inequivocabile sicurezza degli effetti sull’ambiente e sulla loro salute. Perché ciò accada servono istituzioni molto esigenti e poco indulgenti.

 

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