«Che l’intervento pubblico nell’Ilva sia temporaneo mi pare una pia illusione del ministro Guidi: la storia dell’Iri dimostra che dopo il conferimento del 1933 l’Ilva rimase nell’Iri per 62 anni e nel frattempo cumulò una montagna gigantesca di perdite, ripianate per lo più dalla mano pubblica». A parlare è l’economista e, ultimo vice-presidente dell’Iri, Riccardo Gallo. «È una delle tante storie di aziende deficitarie che restano a carico dello Stato e delle banche molti più anni che in ambiti privati – spiega Gallo – un altro esempio è l’Alitalia nel cui azionariato figurano ancora Poste Italiane e Banca Intesa». «In generale, per salvaguardare i lavoratori e per rimborsare i creditori – è la ricetta di Gallo – un commissario straordinario ha il compito di ricollocare le attività sul mercato, anche internazionale, senza badare alla natura del capitale acquirente. L’ha fatto bene quello della Lucchini, al contrario Gnudi, premendo sulle banche affinchè facciano ancor più credito scellerato, e riportando l’Ilva nel grembo della finanza pubblica fa prevalere una logica di gruppo non necessariamente al servizio della collettività». (ANSA)