L’attività pertanto resterà identica all’attuale. Tra 3/4 mesi si farà il punto dello stato dei lavori e della verifica dell’organico, tenendo conto che il nuovo assetto impiantistico prevederà una riformulazione delle figure e del fabbisogno del personale; contemporaneamente si potrà fare la verifica dei nuovi flussi di raccolta differenziata (per l’avvio a Talsano, mentre non partirà prima di marzo a Tamburi e Paolo VI) ed affrontare la questione di più turni di lavoro all’impianto Pasquinelli. Lo Slai cobas e i rappresentanti dei lavoratori hanno detto che questa proroga di 8 mesi, “seppur assicura la continuità lavorativa, perpetua di fatto una condizione inaccettabile di precarietà che dura da più di 2 anni. Abbiamo chiesto, pertanto, che fin da ora ci sia certezza che nella futura gara d’appalto vi sia scritta la clausola sociale che garantisca che tutti i lavoratori occupati presso la Pasquinelli mantengano il lavoro, qualunque sia la ditta che lo gestirà. Nello stesso tempo, abbiamo detto che i ritardi e le responsabilità di questa situazione sempre provvisoria e male gestita della raccolta differenziata e ciclo rifiuti, non possono e non devono ricadere sui diritti e condizioni di lavoro degli operai della Pasquinelli”.
Due le richieste dello Slai Cobas: “che vi sia subito un incremento dell’importo dell’appalto in corso, perché vi sia da gennaio un incremento retributivo per i lavoratori, attraverso un aumento del livello e riconoscimento di qualifiche; e che sempre da subito vi sia l’istituzione del terzo turno alla Pasquinelli, con incremento del personale, dato che già da ora c’è questa necessità e tra un po’ con l’arrivo della raccolta differenziata da Talsano si raddoppierà il materiale da selezionare alla Pasquinelli”. A gennaio è stato fissato un nuovo incontro con l’Amiu per definire la questione economica e il nuovo turno.
Inoltre, si è parlato della sicurezza e della salute, che continua ad essere sempre a rischio dei lavoratori: “neanche pochi giorni fa di nuovo i lavoratori si sono trovati sul nastro un pezzo di amianto e si sono dovuti fermati” denuncia lo Slai Cobas. Che ha comunicato che, ai sensi del TU 81, se ancora vi sarà l’amianto, i lavoratori non solo si fermeranno ma si allontaneranno dal posto di lavoro finché non sarà bonificato. A metà dicembre infine, vi sarà invece un nuovo incontro con la Coop. Alfeo perché da gennaio partano i nuovi livelli retributivi, e un riconoscimento economico per i mulettisti.
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