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Porto di Taranto, appaltati i lavori per i dragaggi – Offerta pari a 51,87 milioni

TARANTO – Per una volta non registriamo ulteriori ritardi. Nella giornata di ieri infatti, l’Autorità Portuale di Taranto ha aggiudicato all’impresa Astaldi di Roma, prima classificatasi nel bando di gara europeo, i lavori per l’intervento “di dragaggio di 2,3 milioni di metri cubi di sedimenti in area Molo Polisettoriale e per la realizzazione di un primo lotto della cassa di colmata (l’opera a mare dove i fanghi vengono depositati) funzionale all’ampliamento del V sporgente” del porto di Taranto.

Alla base di gara, alla quale hanno partecipato 11 concorrenti singoli e in associazioni temporanee di’impresa nazionali e comunitari, era stato posto un progetto definitivo per 72,18 milioni di euro di cui 279mila euro per oneri inerenti l’attuazione dei piani di sicurezza, l’ente portuale ha reso noto che l’offerta economica di Astaldi è stata pari a 51,87 milioni di euro più 279mila euro per l’attuazione dei piani di sicurezza. Inoltre il tempo offerto per l’esecuzione dei lavori è pari a 327 giorni solari su 670 giorni previsti in progetto posto a base di gara. Oltre ai lavori infrastrutturali di approfondimento da -14,0 a -16,5 metri dei fondali della darsena del Molo Polisettoriale, l’intervento prevede la bonifica dei sedimenti contaminati nel bacino portuale.

L’Autorità Portuale ha inoltre specificato che la gara “ha permesso di selezionare anche le migliori offerte sotto il punto di vista tecnico e che il vincitore Astaldi ha offerto di realizzare la bordatura della vasca di contenimento dei fanghi di dragaggio con un palancolato metallico di grosso diametro idoneo per il futuro funzionamento a banchina portuale; anche la colmata in vasca, realizzata con sedimenti provenienti dai dragaggi, sarà stabilizzata drenando le acque al fine del suo utilizzo finale come nuovo piazzale portuale”.

Nei prossimi giorni, se non settimane, Astaldi avvierà la progettazione esecutiva dell’intervento propedeutica all’inizio dei lavori. Entro ottobre 2015 è previsto il completamento di un primo lotto di lavori idoneo per l’utilizzo da parte del terminalista Taranto Container Terminal (TCT). L’ente ha infine ricordato che il lavoro aggiudicato alla Astaldi è complementare al lavoro, già in corso di esecuzione, appaltato per la riqualificazione della banchina del Molo Polisettoriale al fine dell’approfondimento dei fondali di 2,5 metri.

Dopo un lunghissimo e tortuoso iter di approvazioni e autorizzazioni dunque, si intravede la luce in fondo al tunnel per i dragaggi del porto di Taranto: lavori che si attendono da quasi 20 anni. Il 12 maggio scorso venne inviato alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il bando per l’affidamento dell’appalto. Rispettato dunque il calcolo che prevedeva dai cinque ai sei mesi per espletare la gara di appalto. L’importo complessivo dell’appalto ammontava a poco più di 72 milioni di euro.

Lo scorso 25 febbraio invece, il ministero dell’Ambiente rilasciò il decreto di VIA: soltanto la settimana precedente, è arrivato il via libera da parte della Regione, sul piano della validazione tecnica, del progetto messo a punto dalla società Sogesid (quello preliminare, datato 2010, è stato infatti rivisto in più punti durante l’iter di VIA e VAS). Il costo dell’intervento previsto dall’accordo del 2012, era invece di 83 milioni di euro così ripartiti: 7,6 milioni arriveranno dal ministero dell’Ambiente, 17,1 milioni dalla Regione Puglia attraverso la delibera C.I.P.E. n.87, 40,1 milioni dall’Autorità Portuale (Fondi Propri + PON Reti e Mobilità 2007/2013) e 18 milioni (Fondi Propri rif. nota 9559 del 7.10.2013).

Al termine dei lavori, i fondali avranno una profondità di 16,50 metri per un tratto di 1,2 chilometri di banchina che consentirà l’attracco delle portacontainer da 14mila TEU. L’obiettivo è terminarli entro il 31 dicembre del 2015. Ma leggendo le 15 pagine del provvedimento del ministero dell’Ambiente, è chiaro che bisognerà stringere i tempi. Sono infatti ben 26 le prescrizioni della Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA-VAS. Quattro quelle del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Tantissimi i controlli affidati ad ARPA Puglia per seguire passo dopo passo tutte le varie operazioni previste. Inoltre, è chiaro che il dragaggio non potrà avere inizio se prima non si saranno completati i lavori per la vasca di colmata, opera a mare nella quale depositare i fanghi del dragaggio. Il problema, ancora una volta, è che con i tempi ancora non ci siamo. Visto che non è stato ancora bandito l’appalto di gara. In tempo, ancora una volta, stringe.

Gianmario Leone (TarantoOggi, 29.11.2014)

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