Riteniamo necessario a tale proposito sottolineare per prima cosa quale sia l’importanza ed il valore paesaggistico degli oliveti, per di più centenari, che vegetano in prossimità dell’abitato cittadino, tanto più in considerazione della loro natura residuale in un contesto che sempre più tende ad assumere l’aspetto e le forme della periferia urbana, perdendo la caratterizzazione rurale ed agricola che le compete. Appare quindi quanto mai opportuno dedicare ogni possibile sforzo alla conservazione di queste residue realtà, di grandissimo valore paesaggistico ed ambientale, cercando, con il massimo impegno, di coniugare lo sviluppo infrastrutturale con la continuità dell’esistenza di tali testimonianze storiche.
In quest’ottica, considerando quale sia l’andamento della SP100 in relazione all’oliveto in questione, sarebbe stato progettualmente opportuno individuare, quale sede di espansione della carreggiata, unicamente il lato opposto all’oliveto, che appare essere un seminativo. D’altro canto, ci è stato impossibile reperire online i documenti progettuali inerenti all’opera in oggetto, per poter verificare la corrispondenza di quanto in esecuzione e la presenza di studi preliminari adeguati che segnalassero la presenza degli olivi; abbiamo perciò chiesto alla Provincia di Taranto di avere copia dei relativi elaborati.
Indipendentemente dalle scelte progettuali, di cui tuttavia chiediamo le ragioni, chiediamo alla Provincia di Taranto di sapere se è stato condotto un preliminare censimento degli olivi coinvolti, con la misura della circonferenza dei singoli esemplari, considerato che diversi alberi potrebbero rientrare nella categoria degli olivi monumentali, così come indicati e tutelati nella Legge Regionale
Nel caso poi sia stato disposto l’espianto ed il reimpianto dei diversi, notevoli esemplari di olivi centenari coinvolti, chiediamo alla Provincia di Taranto di conoscere il luogo del loro futuro reimpianto, in modo da poter esercitare sull’operazione il dovuto controllo sociale, affinché sia svolta nei modi migliori che la scienza agronomica dispone.
A questo proposito, sempre ribadendo come in casi del genere, dove vi sono alternative facilmente percorribili, la scelta corretta sia di disporre la salvaguardia delle colture olivicole di impianto storico, proponendo le opportune modifiche progettuali, è opportuno ricordare quali siano i corretti metodi per eseguire l’espianto ed il reimpianto degli alberi d’olivo, al fine di rendere massime le probabilità di attecchimento. L’olivo ha infatti straordinarie capacità di rigenerazione radicali ma, affinché tali capacità si possano esplicare, occorre procedere con una certa gradualità.
Idealmente, si dovrebbe procedere nel corso di tre anni, lasciando l’olivo in loco e procedendo, ogni anno, al taglio dell’apparato radicale, in prossimità del tronco (50-100 cm), lungo un solo lato, di modo che gli altri lati, lasciati intatti, provvedano alle necessità di assorbimento idrico della pianta, mentre questa provvede a riformare i capillari radicali di assorbimento, vicino al tronco, sul lato tagliato dell’apparato radicale. Solo il terzo anno si dovrebbe procedere al taglio lungo il lato rimanente ed all’immediato reimpianto, avendo cura di lasciare costantemente coperte le radici dell’albero con sacchi di iuta bagnati durante il trasporto.
In caso di necessità temporali più ristrette si può procedere in due anni, tagliando le radici su due lati opposti il primo anno e sugli altri lati nell’anno dell’espianto. La buca d’impianto, inoltre, dovrebbe essere stata approntata almeno un mese prima dell’impianto, in modo di avviare nel suolo tutti quei processi di colonizzazione microbica ed assestamento strutturale che lo rendano adatto ad ospitare l’olivo.
Infine – sembrerebbe inutile ricordarlo ma le precauzioni non sono mai troppe – è necessario procedere al reimpianto, come pure alle operazioni precedenti sull’apparato radicale, durante la stagione autunnale, in modo che il più favorevole regime idrico minimizzi le possibili carenze di assorbimento. In mancanza di precipitazioni utili, bisogna naturalmente provvedere ad irrigazioni di sostegno, con un volume d’acqua pari ad almeno 100 litri per albero, da ripetersi ogni settimana durante tutto il periodo di necessità, almeno per un anno dopo l’impianto. Abbiamo scritto alla Provincia di Taranto ed ora aspettiamo risposta, certi che dalla collaborazione tra Enti ed Associazioni non possa che emergere un miglioramento della qualità di ogni intervento territoriale.
LEGAMBIENTE TARANTO
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