“In questo contesto”, afferma Leo Corvace di Legambiente Taranto ”occorre percorrere altre strade. Il Sindaco deve chiedere il riesame dell’AIA rilasciata nel 2011 all’ENI per Tempa Rossa mentre il Comune deve finalmente approvare la variante urbanistica prevista dal D.M. 5 maggio 2001 su cui sinora ha dimostrato incomprensibili riluttanze “.
La richiesta di riesame dell’AIA è infatti una facoltà (di recente riconfermata dal dlgs n.46/2014) concessa al Sindaco nell’interesse della salute pubblica in presenza di alcuni fattori.
“Oggi vi sono le condizioni per ricorrervi” prosegue Leo Corvace, “in quanto lo scenario rispetto al 2011 è mutato. Vanno infatti registratil’allarmante aggiornamento dello studio Sentieri, la perizia epidemiologica disposta dalla Procura nel 2012, la mancata applicazione dell’accordo di programma del 2008, la modifica della ‘Seveso’ a livello europeo”.
Altro elemento da tenere in grande considerazione è il rischio di incidenti rilevanti, rispetto ai quali, con il D.M. 5 maggio 2001 si determinano le distanze di sicurezza che nuovi insediamenti devono osservare. La variante urbanistica è lo strumento necessario per imporle in relazione alla pericolosità delle industrie presenti e garantire “un’adeguata protezione per gli elementi sensibili al danno ambientale” (art.6.1 del Dlgs 334/99 e s.m.). Sono almeno 12 anni che Legambiente preme sulle varie amministrazioni per la sua approvazione.
“Il progetto Tempa Rossa va bloccato non solo per l’assenza di un’effettiva analisi dell’effetto domino e per le recenti osservazioni critiche redatte da Arpa Puglia” aggiunge Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto “ma anche per la mancata presentazione, da parte dell’ENI, della valutazione di incidenza sanitaria imposta dalla stessa AIA del 2011 ed oggi da effettuare applicando la specifica legge regionale”. I due esponenti di Legambiente rilevano come presumibilmente la raffineria sia ancora assurdamente priva del suo certificato di prevenzione incendi scaduto nel lontano 1988.
Rispetto alle polemiche seguite all’approvazione della variante al PRG del porto, Legambiente nuovamente sottolinea come il progetto “Tempa Rossa” comporti un’inaccettabile elevazione del rischio di incidenti rilevanti poiché i siti interessati _ il pontile e l’area di realizzazione dei due serbatoi di stoccaggio_ risultano già inclusi dal Piano di Emergenza Esterno (PEE predisposto dalla Prefettura) in aree di rischio di 1° e 2° livello. Ad essere coinvolte sono anche aree esterne alla raffineria come statale jonica 106 e linea ferroviaria adiacente al parco serbatoi. In mare l’incremento delle operazioni di carico del greggio avverrebbe in area dove il campo boe risulta già incluso nella “prima zona di sicuro impatto” sia nel PEE che nel Piano di Sicurezza Portuale.
NOTA STAMPA DI LEGAMBIENTE TARANTO
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