“Stili di vita ed Ipertensione Arteriosa a Scuola”: il progetto presentato a Grottaglie
E’ stato presentato nelle mattinate di lunedì e martedì ai ragazzi di tutte le seconde delle scuole medie superiori di Grottaglie, il progetto ministeriale triennale “Stili di Vita ed Ipertensione Arteriosa a Scuola”. Un progetto che gode della collaborazione tra il Ministero della Salute, la Usl 6 di Livorno, la Regione Toscana, l’Università Vita-Salute San Raffaele, dell’Università degli studi di Bari, del Dipartimento di Nefrologia dell’Università di Los Angeles – California, della città di Grottaglie, della Onlus Medici per San Ciro, del Rotary Club di Grottaglie e dell’associazione Koiné.
Tre le città italiane interessate: Livorno, Milano e Grottaglie. Nella città pugliese, il progetto affiancherà “Il cuore a…scuola”,nato dalla collaborazione di Medici per San Ciro con il Rotary Club di Grottaglie, l’associazione culturale Koinè, l’Amministrazione comunale di Grottaglie ed avviato lo scorso anno nelle prime classi delle tre scuole medie superiori cittadine. 433 i ragazzi coinvolti nel progetto ed i loro rispettivi genitori.
Ideato dal dottor Roberto Bigazzi – direttore del Dipartimento di medicina clinica dell’Azienda USL 6 di Livorno – e dal dottor Stefano Bianchi – responsabile dell’Area di Medicina con indirizzo specialistico cardio-nefro-diabetologico della stessa azienda sanitari – il progetto è stato scelto dal Ministero della Salute, come progetto pilota per la salvaguardia delle malattie legate all’ipertensione arteriosa, prima causa di morte nel mondo. Lo studio si prefigge di studiare il legame che unisce la genetica, l’ipertensione arteriosa e gli stili di vita.
Questo progetto, esplorerà per la prima volta l’analisi genetica al fine di determinare l’impatto degli specifici profili genetici nella transizione da normotensione a ipertensione tra giovani studenti di scuola superiore. Contemporaneamente, prevede uno studio osservazionale prospettico, mirato alla valutazione dello stato di conoscenza e quindi di informazione che hanno i soggetti (figli e genitori) sui fattori di rischio cardiovascolare e di sviluppo di ipertensione arteriosa, al fine di correggerli attraverso un intervento di educazione sanitaria, andando a valutare la qualità e lo stile di vita (abitudini alimentari, attività fisica, fumo di sigarette e assunzione di bevande alcooliche) sia dei figli che dei genitori, in modo da poter mettere in evidenza le correlazioni intra-familiari e calcolare il loro rischio cardiovascolare.
I ragazzi di tutte le seconde classi del liceo classico e scientifico “G. Moscati”, dell’istituto scolastico “Pertini/don Milani” e del liceo artistico “V. Calò”, hanno incontrato e seguito con attenzione, il dottor Bigazzi, il dotto Bianchi, il presidente di Medici per San Ciro Salvatore Lenti e il biologo dottor Roberto Burano, i quali hanno spiegato loro le finalità del progetto e le modalità con cui verrà portato a termine.
Come lo scorso anno, gli alunni dovranno compilare un questionario in cui risponderanno, in maniera anonima, a domande relative al loro stile di vita. Novità di quest’anno sarà il prelievo di un campione di urine e di un campione di saliva, che verranno utilizzati esclusivamente per la ricerca sulle urine del sodio, del potassio e del rapporto microalbuminuria su creatinuria; un campione delle stesse urine, dopo essere stato trattato con un “cocktail” di inibenti la proteasi, e sarà sottoposto ad un esame proteomico; sul campione salivare, sarà invece dosata l’alfa aducina e la uabaina endogena.
Compito dell’equipe medica, di cui farà parte anche l’infermiere Ciro Bergantino, sarà quello di mettere in fila le informazioni che emergeranno dallo studio che si effettuerà, per metterle a disposizione di chi dovrà aiutare coloro che risulteranno predisposti all’ipertensione e giovarli delle indicazioni che verranno date. Esiste, infatti, un gene che viene a trovarsi in alcuni soggetti, che possono però essere educati ad uno stile di vita utile ad evitare che nel loro organismo vengano a crearsi dei danni dovuti ad un’eventuale patologia ipertensiva. Per questo la precocità nella diagnosi è fondamentale soprattutto per prevenire il danno d’organo.