Bonifiche, la Corbelli ha incontrato Arpa – Lo studio sul mar Piccolo potrà essere fornito a chi lo richiede

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vera corbelliTARANTOClima più disteso tra Vera Corbelli e Arpa Puglia. Come aveva annunciato nel corso della sua audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, lo scorso 20 ottobre, il commissario per le bonifiche di Taranto e Statte  ha incontrato questa mattina i dirigenti di Arpa Puglia  e i referenti degli altri partner che hanno collaborato alla realizzazione dello studio sul mar Piccolo. Lavoro che servirà a decidere le modalità di intervento per il risanamento dello specchio d’acqua (primo seno)  inquinato da Pcb, diossine e metalli pesanti.  Per ben due ore, Arpa Puglia ha illustrato alla Corbelli i dettagli dello studio che era già stato presentato nello scorso mese di aprile all’ex commissario Alfio Pini, andato in pensione a maggio.

Com’è noto, la Corbelli è operativa da fine agosto, anche se la nomina risale a luglio. Da allora, però, si attendeva il “via libera” alla divulgazione dello studio. La sua richiesta di ulteriore tempo, al fine di approfondire alcuni aspetti dello studio,  aveva generato anche una polemica a distanza con il direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, intenzionato a divulgarlo quanto prima. Ora, però, il clima è cambiato, come confermato a InchiostroVerde dallo stesso Assennato:  “Gli animi si sono rasserenati. La Corbelli firmerà la liberatoria che ci permetterà di trasmettere lo studio a chi ha presentato richiesta di accesso agli atti”. Per ora, comunque, non è stato fissato alcun evento aperto al pubblico per la presentazione del lavoro, cosa che era stata annunciata nei mesi scorsi.

Oltre ad Assennato, al direttore scientifico di Arpa Massimo Blonda, e al dirigente ambientale Nicola Ungaro, era presente anche Nicola Cardellicchio, direttore dell’Istituto Talassografico “Cerruti” di Taranto. «Lo studio di Arpa Puglia è completo e non è l’unico – ha dichiarato a InchiostroVerde – abbiamo anche lo studio “Ritmare” e altri lavori compiuti dal Cnr negli ultimi cento anni. Abbiamo una conoscenza vasta e approfondita.  Ora bisogna soltanto passare ai fatti. A mio avviso, bisognerebbe coinvolgere in un tavolo istituzionale tutte le parti interessate: dal Comune alla Marina Militare, che ha le sue responsabilità nell’inquinamento del primo seno, fino ad arrivare ai mitilicoltori, che hanno patito i maggiori danni. Bisogna decidere, una volta per tutte, quale destinazione d’uso si vuole dare al mar Piccolo». Una scelta che ha valenza strategica per l’intera comunità ionica. 

Alessandra Congedo

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