Ilva, Camusso (Cgil): “Agiremo in tutte le forme possibili per salvare l’occupazione”
ROMA – “Stiamo conducendo sull’Ilva di Taranto, come su Terni e Piombino, una vertenza sindacale. Abbiamo sollevato e continueremo a sollevare la necessità di avere un’idea della siderurgia di tutto il Paese. Continueremo a rivendicare che il Governo dia una soluzione che preveda la completezza positiva dell’utilizzo degli impianti”.
Lo ha dichiarato a InchiostroVerde il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, al termine del suo intervento in piazza San Giovanni, dove migliaia di persone provenienti da tutta Italia (oltre un milione secondo il sindacato) si sono radunate per difendere il lavoro e opporsi al Jobs Act fortemente voluto dal governo Renzi.
Alla Camusso avevamo chiesto un commento sulle voci sempre più insistenti riguardanti un possibile fallimento dell’Ilva e sulla eventuale vendita dello stabilimento al colosso indiano Arcelor Mittal, che potrebbe comportare esuberi per un numero imprecisato di lavoratori. Cosa farà il sindacato per salvaguardare l’occupazione? Questa la risposta telegrafica della Camusso: “Agiremo in tutte le forme classiche previste per un sindacato”.
Di più non ha detto, “rapita” dalla troupe di Sky Tg24 che la reclamava per un collegamento in diretta. Ci chiediamo se nella mente della Camusso sia balenato, anche per un solo attimo, il ricordo di quanto avvenuto a Taranto il 2 agosto del 2012, quando molti tarantini, guidati dall’apecar del Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, bloccarono il comizio dei leader sindacali (con lei c’erano anche Angeletti e Bonanni), facendo irruzione in piazza della Vittoria, a pochi giorni dal sequestro degli impianti dell’area a caldo. Una protesta che puntava l’indice contro la cattiva gestione dei sindacati tradizionali rispetto alle problematiche legate al siderurgico. Sembra passato un secolo, ma le risposte continuano ad apparire troppo lacunose.
Alessandra Congedo