Porto di Taranto, quali prospettive? Intervista a Sergio Prete

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preteTARANTO – Il porto è una delle leve per modificare radicalmente l’economia tarantina. Per questa ragione lo spostamento delle linee di traffico di Evergreen, i contenziosi legali finalmente risoltisi e la distrazione dei fondi operata dalla Regione rispetto al Distripark hanno creato e creano qualche apprensione in tutti noi.

Di tutto questo abbiamo parlato col presidente dell’Autorità Portuale di Taranto, l’avv. Sergio Prete, col quale abbiamo affrontato anche il tema delle prospettive turistiche e commerciali del nostro scalo marittimo. All’orizzonte un interessante collegamento con la Sicilia e la trattativa ancora in piedi con la Marina per fare della banchina ex Torpedinieri un terminal croceristico.

Presidente, innanzitutto le chiediamo qual è la ragione per la quale si concedono i moli in esclusiva ad una sola azienda e per tanti anni, piuttosto che renderli pubblici e accogliere qualsiasi società che ne faccia richiesta come avviene a Bari?

Se la domanda è relativa al Molo Polisettoriale occorre ricordare che la concessione per 60 anni è stata rilasciata nel 1998. Nel porto ci sono banchine pubbliche ed altre sono in corso di realizzazione. Non dimentichiamo che il porto di Taranto è il 3/4 in Italia come movimentazione di merce. Per una obiettiva e puntuale comparazione tra porti occorre  verificare i dati di traffico e di bilancio.

Perché ancora non si battono i pugni per riavere dalla Regione i fondi sottratti al Distripark e dirottati al molo Polisettoriale, favorendo ancora una volta lo sviluppo industriale su quello logistico?

AP è socio al 25% del Distripark e non ne ha la presidenza. Mi permetto di evidenziare, però, che sul Molo Polisettoriale c’è traffico commerciale/logistico e non industriale ed un terminal efficiente è utile per lo sviluppo di altre iniziative logistiche. 

E’ vero, come sostiene l’ex presidente dell’Autorità da Lei presieduta, Michele Conte, che l’affido a Tct del progetto esecutivo, oltre a quello preliminare, avrebbe esposto meno il porto al rischio di contenziosi legali fra ditte causati dallo strumento dell’appalto integrato?

Premesso che la recente normativa UE ha escluso il criterio del massimo ribasso prevedendo solo l’offerta economicamente più vantaggiosa (lasciando liberi gli Stati membri di utilizzare altri criteri), mi permetto di evidenziare che tale modalità di aggiudicazione facilita le offerte anomale, provoca una gestione dei lavori molto più difficoltosa a causa della frequente revisione dei costi o del fallimento delle società che si sono aggiudicate l’appalto, non consente di avere migliorie delle offerte rispetto al progetto definitivo, facilita l’infiltrazione mafiosa ed è fortemente avversato da Confindustria e Ance. Proprio per tali ragioni è stato sottoscritto un apposito Protocollo di Legalità.

Vale davvero la pena accollarsi tutti i rischi e le difficoltà del dragaggio dei fondali, per accogliere le non così tante navi di grande stazza in giro per il mondo, specie se c’è la possibilità che questa richiesta fosse la scusa usata da Evergreen per garantirsi la via d’uscita da Taranto appena fosse stato più conveniente andare altrove (la prova potrebbe essere che stanno andando via da Taranto proprio ora che i lavori sono alle porte)?

La manutenzione ordinaria e straordinaria dei fondali  è per legge a carico delle Autorità portuali. L’approfondimento dei fondali del Molo Polisettoriale renderà competitivo il terminal con o senza TCT ed Evergreen.

E’ lecito pensare che, visti i ritardi dei lavori al porto, si potrebbe dare priorità a quelli del molo San Cataldo, destinato al traffico commerciale e passeggeri?

Non vi è alcun ritardo dei lavori ma durata dei procedimenti più breve rispetto alla media. Al Molo San Cataldo è data la stessa priorità del Molo Polisettoriale e nei prossimi mesi saranno pubblicati i bandi di gara. Abbiamo già avviato la gara per la realizzazione del Centro Polivalente sul Molo San Cataldo.

Perché non provare a sfruttare proprio il molo San Cataldo per collegare Taranto con Catania, intercettando gli enormi flussi economici diretti verso la Sicilia attraverso la lunga e scomoda Salerno-Reggio Calabria?

Qualche anno fa è fallito il collegamento marittimo tra Catania e Taranto. Oggi Catania è già collegata con altri porti. Stiamo lavorando per avviare un collegamento marittimo con la Sicilia da finanziare con i fondi delle Reti TEN-T.

La Marina Militare ha opposto il suo diniego a concedere all’Autorità Portuale l’ex banchina Torpedinieri, su cui tanto si puntava per avviare il traffico passeggeri. Ci sono ancora speranze a riguardo, o la partita è definitivamente persa per la città?

La trattativa con la Marina Militare per la ex banchina Torpediniere è ancora in piedi anche se non è semplice. Noi insistiamo perché crediamo in quel progetto.

di Massimo Ruggieri

Fonte: http://www.targatota.org/2014/10/tre-domande-le-prospettive-del-porto.html

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