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Ilva e mar Piccolo, Corbelli: serve un monitoraggio in continuo

TARANTO – “I trentadue pozzi di acqua sotterranea usati dall’Ilva, con concessioni scadute, causano depauperamento. Va fatto un monitoraggio urgente per capire cosa comporta la presenza del siderurgico per il mar Piccolo. Ecco perché bisogna coniugare le nostre attività con quelle dell’Ilva”. Ha detto anche questo la dottoressa Vera Corbelli, commissario per le bonifiche di Taranto e Statte, durante il suo intervento presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, il 20 ottobre scorso.

Ne avevamo già parlato in un articolo che potete leggere qui. A distanza di qualche giorno, torniamo sull’argomento perché l’audizione ha fatto emergere anche altri aspetti interessanti riguardanti il mar Piccolo che non vanno assolutamente ignorati. A partire dal fatto sconcertante che l’Ilva usi “32 pozzi di acqua sotterranea con concessioni ormai scadute”, cosa che la Corbelli ha voluto precisare ben due volte ai parlamentari. Ma, il commissario ha detto anche altro.

«L’Aia Ilva – ha evidenziato  – prevede prescrizioni che riguardano soprattutto l’aria e il suolo, invece bisogna andare oltre e considerare anche l’inquinamento delle due falde (quella superficiale risulta già compromessa, ndr) e controllare i cinque scarichi presenti, due dei quali sono dell’Ilva, con un monitoraggio in continuo. Bisogna capire anche gli effetti dell’idrovora del siderurgico che potrebbe comportare dei problemi”.  

Sui due seni del mar Piccolo, sono stati fatti dei rilevamenti satellitari che hanno evidenziato delle zone termiche più calde. Indicando su una mappa alcune aree di color viola, dove la temperatura dell’acqua risulta più alta, ha spiegato ai parlamentari: “Si prefigurerebbe la presenza di scarichi, sversamenti. E’ mia intenzione chiedere all’Arpa un monitoraggio perché non sappiamo nemmeno dove sono ubicati”. 

La Corbelli ha dichiarato di essere stata più volte in città da quando ha ricevuto l’incarico (fine luglio): “E’ un territorio rovinatissimo, basta camminarci per rendersene conto. Spero che in futuro a Taranto vengano destinati dei fondi per creare un laboratorio ambientale a cielo aperto in cui studiare tutte le componenti dell’Ambiente. Bisogna far nascere qualcosa li, anche per creare occupazione”.  Intanto, però, c’è da fare i conti con le problematiche contingenti, legate al suo ruolo di commissario. Durante l’audizione, la Corbelli ha espresso grande  preoccupazione per la carenza di risorse, mezzi e personale con cui deve confrontarsi quotidianamente: “Da parte mia c’è la passione e la voglia di lavorare per il territorio, ma quanto può durare?”. Una problematica fatta presente anche al ministro dell’Ambiente. Insomma, al momento non sembra che ci siano le premesse per essere particolarmente ottimisti. 

Alessandra Congedo

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