Gli attivisti del M5S iscritti al meetup “Taras in MoVimento” evidenziano che, sotto l’aspetto del controllo dell’urbanizzazione, riveste molta importanza la Direttiva Seveso II, la quale prevede espressamente che gli enti territoriali tengano conto della necessità di prevedere e mantenere opportune distanze di sicurezza tra gli stabilimenti a rischio e il territorio circostante, mediante l’adozione di varianti agli strumenti urbanistici.
Purtroppo, però, questa variante è rappresentata dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, strumento trascurato per oltre un decennio dalla Provincia di Taranto nonostante le sollecitazioni ricevute dalle associazioni e, soprattutto, imposto dalla legge. Spetta adesso al Comune di Taranto farsi carico degli adempimenti necessari e doverosi per la tutela di un territorio che non può permettersi ulteriori scempi, approvando il Piano Regolatore del Porto (PRP) con le dovute varianti che impediranno le opere previste dal progetto Tempa Rossa, cioè l’allungamento del pontile e la costruzione dei due nuovi serbatoi.
Ricordare vecchie delibere del 2005 non ha senso: l’iter di approvazione non è stato adeguatamente supportato da informazioni alla popolazione ed inoltre sono cambiate le condizioni che portarono a quelle conclusioni. Ed in tutto questo tempo intercorso fino ad oggi, c’è un’ “Intesa” del 2006 tra Comune ed Autorità Portuale che prospettava una vocazione non solo industriale del porto di Taranto: il nostro porto ha quindi un suo disegno strategico diverso da quello solo industriale che gli si vuol assegnare a tutti i costi, e con il progetto Tempa Rossa la sua vocazione andrebbe fortemente in contraddizione con gli indirizzi concordati ed approvati di un Porto-Città per avviare finalmente la tanto attesa conversione per una vocazione turistica e commerciale.
Questo nuovo PRP deve quindi essere approvato, ma escludendo la possibilità che si possano realizzare le opere funzionali al progetto Tempa Rossa e questo, come chicca finale, anche in vista dell’imminente recepimento da parte dell’Italia della nuova direttiva 2012/18/UE, la Seveso III (emanata dall’Europa il 4 luglio 2012) che è più restrittiva della precedente, in quanto rende più rigorose le norme per l’ispezione degli stabilimenti e introduce una precisa distanza di sicurezza dall’abitato per i nuovi impianti (versione che l’Italia dovrà necessariamente recepire entro il 31 maggio 2015). E noi non possiamo farci trovare impreparati.
NOTA STAMPA DEL MEETUP TARAS IN MOVIMENTO
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