Bonifica mar Piccolo, Cervellera: finanziamenti a rischio
Pubblichiamo nota del consigliere regionale Alfredo Cervellera (SEL) su un tema molto caro al nostro sito: il recupero ambientale del mar Piccolo.
“A Taranto per due giorni si è parlato scientificamente del risanamento del Mar Piccolo: cuore pulsante della città mentre scandalosamente sono assenti Regione, Provincia e Comune. Il Dr. Blonda, Direttore Tecnico dell’Arpa, ci ha informato che da mesi è stata consegnata una relazione scientifica, in cui si propongono varie modalità per risanare il Mar Piccolo, alla Cabina di regia e ai Commissari governativi Straordinari per l’Ambiente a Taranto, prima all’ing. Pini, poi alla dr.ssa Corbelli. In questa relazione, che pare per volontà del Commissario sia rimasta super segreta e quindi negata agli altri organi scientifici e alla stessa opinione pubblica, ci sono tutti gli elementi per decidere ed intervenire.
Dov’è lo scandalo? Che a causa di questi inspiegabili ritardi si rischierebbe il definanziamento o la decurtazione dei 21 milioni ricevuti dal Cipe: è la seconda volta che sul Mar Piccolo si potrebbero perdere le risorse assegnate e nessuno dice nulla: né Vendola, né Tamburrano, né Stefàno). Dopo aver ricevuto il danno, nel decennio scorso, della perdita dei 25 miliardi stanziati per il recupero del Mar Piccolo, anche a causa dell’opposizione dei mitili cultori, (soldi dirottati ad altre emergenze ambientali pugliesi) oggi potremmo subire la beffa del definanziamento a causa dell’incapacità politica di scegliere tra capping o dragaggio dei fondali o di un sistema misto? Mi auguro che non sia così.
Mi pare che tutti gli elementi conoscitivi sul Mar Piccolo siano stati scientificamente acquisiti. Ora si tratta di scegliere subito e in fretta. Da parte mia chiederò al Presidente della V^ Commissione un’audizione della dott.ssa Corbelli e dell’ing. Antonicelli, che coordina la Cabina di Regia, per capire i motivi di questi ritardi che si accumulano rispetto a quelli in atto per il risanamento del quartiere Tamburi. Ma occorre che si muovano chi ha un potere esecutivo: il governo nazionale, quello regionale e gli Enti locali, oggi stranamente silenti”.