Tempa Rossa, interrogazione dell’on. Duranti: fermare iter?
TARANTO – L’on. Donatella Duranti (Sel) è la prima firmataria di una interrogazione parlamentare a risposta scritta rivolta ai ministeri dell’Ambiente, dell’Interno e della Salute, sul progetto “Tempa Rossa”. Riportiamo di seguito il testo completo.
Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell’interno, al Ministro della salute.
— Per sapere –
premesso che: il progetto denominato «Tempa Rossa» riguarda un giacimento petrolifero, gestito dalla Total E&P, situato nell’alta valle del Sauro (Basilicata). A regime l’impianto avrà una capacità produttiva giornaliera di circa 50.000 barili di petrolio, 230.000 metri cubi di gas naturale, 240 tonnellate di GPL e 80 tonnellate di zolfo.
Il progetto di sviluppo riguarda: la messa in produzione di 8 pozzi, di cui 6 già perforati e altri 2 da perforare; la costruzione di un centro di trattamento oli dove gli idrocarburi estratti, convogliati tramite una rete di condotte interrate (pipeline), verranno trattati e separati nei diversi sottoprodotti (petrolio greggio, gas combustibile, zolfo e GPL) e, successivamente, immessi tramite canalizzazioni interrate; la costruzione di un centro di stoccaggio GPL (2 serbatoi interrati della capacità totale di 3.000 metri cubi) dotato di 4 punti di carico stradale, nonché la costruzione o la modifica di infrastrutture di servizio (adeguamento di strade comunali, realizzazione dei sistemi per l’alimentazione di acqua ed elettricità per il centro di trattamento, connessione alle reti esistenti per il trasporto e la distribuzione degli idrocarburi);
il greggio avrà quale terminale per lo stoccaggio e la movimentazione, proveniente dal giacimento «Tempa Rossa», l’impianto di raffinazione ENI di Taranto. Queste operazioni comporterebbero l’emissione di composti organici volatili fra cui anche gli idrocarburi policiclici aromatici, cosiddetti IPA, in una città come Taranto che subisce un’incidenza delle patologie tumorali allarmante;
il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, in data 27 ottobre 2011, ha decretato la compatibilità ambientale e rilasciato «l’autorizzazione all’esercizio», VIA-AIA, per il progetto denominato «Tempa Rossa» proposto dalla Società Eni spa; tale autorizzazione è stata rilasciata senza attendere il parere endoprocedimentale della regione Puglia (DGR n. 2515 del 22 novembre 2011), il quale, oltre a contenere i pareri di comune e provincia di Taranto, ha stabilito di prescrivere a carico dell’ENI la presentazione all’ARPA e all’Asl territorialmente competente della Valutazione di incidenza sanitaria (VIS) per monitorare l’andamento sanitario connesso con l’attività di stabilimento al fine di tutelare la salute pubblica.
Tale documento non è, a tutt’oggi, mai stato presentato o predisposto da parte di ENI; in seguito, la regione Puglia con la legge n. 21 del 24 luglio 2012, recante «Norme a tutela della salute, dell’ambiente e del territorio sulle emissioni industriali per le aree pugliesi già dichiarate a elevato rischio ambientale» ha introdotto la procedura della valutazione del danno sanitario (VDS), uno strumento innovativo che deve diventare parte integrante dell’AIA, per garantire una migliore tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini e che deve essere osservata anche se successiva alla procedura di VIA per le aree a rischio industriale;
nell’ottobre 2012 il comune di Taranto ha approvato un ordine del giorno in cui si deliberava l’orientamento contrario alla realizzazione da parte dell’ENI SpA del nuovo impianto di stoccaggio e movimentazione del greggio denominato «Tempa Rossa», al fine di evitare un ulteriore rischio di inquinamento in un’area già fortemente compromessa dal punto di vista ambientale e socio-sanitario; ordine del giorno nel quale si chiedeva, inoltre, la riapertura immediata della procedura di autorizzazione integrata ambientale rilasciata all’ENI spa per il progetto, con l’inserimento della valutazione del danno sanitario e della procedura relativa al rischio di incidenti rilevanti in materia di prevenzione dei grandi rischi industriali e, quindi, di assoggettamento alla direttiva «Seveso» (direttiva 82/501/CEE) rispetto all’autorizzazione di esercizio;
in data 25 settembre 2014 l’ARPA Puglia ha provveduto ad inviare al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare un proprio rapporto in cui si evidenzia l’incremento di emissioni IPA nella misura del 14 per cento; l’assessorato regionale per l’ambiente, in data 30 settembre 2014, ha comunicato che è stata disposta la costituzione di una cabina di regia ARPA-ARES-ASL per la redazione della valutazione del danno sanitario; l’esito della valutazione, ad opera della cabina di regia, sarebbe in grado di fornire un dato ulteriore ed essenziale per l’autorizzazione VIA-AIA da parte dei Ministero
–: se il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare non ritenga necessario fermare l’iter di autorizzazione VIA-AIA in attesa di conoscere gli esiti della valutazione del danno sanitario, dal momento che, qualora l’esito della stessa risultasse essere negativo ci troveremmo di fronte a un impianto in fase di costruzione (o addirittura già in esercizio) ma al di fuori del rispetto di quel «principio di precauzione» così come definito dalla normativa europea.