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Bonifica mar Piccolo, la associazioni di O.P.E.R.A. sollecitano incontro con il commissario Corbelli

TARANTO – “O. P. E. R. A.” è un accordo di cooperazione fra associazioni – al quale aderiscono 20 organizzazioni, espressioni del mondo dell’economia, dell’ambiente e della cultura – che attraverso una logica di cooperazione tra partner, si propone di analizzare le opportunità di sviluppo economico e di crescita dell’imprenditoria diffusa, valorizzando la cultura, le risorse naturali, attraverso metodi e tecnologie ecosostenibili.

E’ l’imprenditore Massimo Di Giuseppe, uno dei coordinatori di “O. P. E. R. A.” , insieme a Giovanni Carbotti, a spiegare il senso di un’iniziativa che prova a mettere insieme varie anime ed esperienze locali per superare l’atavica tendenza alla frammentazione della comunità ionica. Lo abbiamo incontrato venerdì scorso, davanti alla sede di Confcommercio, prima dell’inizio di una riunione. Sul tavolo, innanzitutto, il tema delle bonifiche con un occhio di riguardo al recupero del mar Piccolo, sul quale pendono ancora mille interrogativi.

Da settimane, infatti, si è in attesa di conoscere i contenuti dello studio condotto da Arpa Puglia, insieme al Cnr ed altri enti, sul bacino inquinato da pcb, diossine e metalli pesanti. Il via libera per la divulgazione spetta alla dottoressa Vera Corbelli, commissario per le bonifiche di Taranto e Statte da meno di tre mesi (al posto di Alfio Pini, andato in pensione), che si è riservata di effettuare ulteriori approfondimenti sullo studio prima di renderlo noto. Un lavoro che servirà a definire la scelta degli interventi da attuare per il disinquinamento: dragaggio, capping, biorimedi o un mix di più tecniche. In gioco c’è il futuro di uno specchio d’acqua che custodisce dei veri e propri tesori naturali. Il primo seno tornerà ad ospitare gli allevamenti di cozze o sarà utilizzato per altri scopi? Un quesito ancora in attesa di risposta.

«Il mar Piccolo è un patrimonio soprattutto di chi ci lavora – ha detto Di Giuseppe a InchiostroVerde – il dragaggio è una tecnica obsoleta. Verrebbe scelta solo in un’ottica di opportunismo avvantaggiando gli interessi di pochi e danneggiando i mitilicoltori». I rischi connessi al dragaggio sono stati segnalati più volte dai ricercatori del Cnr: questa tecnica rimetterebbe in circolo gli inquinanti depositati sui sedimenti, con tutto ciò che ne consegue a livello ambientale. «Come ha spiegato la dottoressa Rossella Baldacconi (dottore di ricerca in scienze ambientali, ndr), esiste una rigenerazione naturale del mar Piccolo – ha aggiunto Di Giusepppe – se vengono bloccate le fonti inquinanti, questo specchio d’acqua può rinascere da solo. Ci vorrà un po’ di tempo, certo, ma bisognerà aiutarlo adottando tecniche non invasive. Occorre salvaguardare un patrimonio in cui ci sono attività produttive e favorire una valorizzazione di tipo naturalistico puntando ad un turismo legato alla bellezza del territorio. L’obiettivo è quello di creare una nuova economia alternativa alla grande industria inquinante».

Nella riunione di venerdì, si è deciso di inviare una lettera al ministro dell’Ambiente Galletti, al commissario per le bonifiche Corbelli, e per conoscenza al prefetto di Taranto,  al presidente della Regione Vendola, agli assessori regionali Nicastro e Nardoni, al dirigente  delegato all’Ambiente Antonicelli, al presidente della Provincia Tamburrano e al sindaco di Taranto Stefàno. Parlando per conto di associazioni di mitilicoltori e pescatori, presenti all’interno dell’accordo, si ricorda che dal 2011, da quando vige il divieto di vendita e allevamento dei mitili nel primo seno, nulla di concreto è stato fatto: il mar Piccolo sta morendo, mentre migliaia di lavoratori sono finiti in ginocchio.

Nel documento vengono indicate alcune tappe della vicenda: dal 2013  la Cabina di regia si è riunita più volte, ma solo nella riunione del 21 febbraio 2014, i mitilicoltori e i pescatori hanno potuto presenziare, dopo essersi rivolti al Prefetto. “Siamo venuti a sapere dagli organi di stampa che il neo commissario Corbelli ha avuto due incontri nel mese di settembre, uno con i rappresentanti istituzionali e l’altro con Confindustria e Ance (presente l’assessore Nardoni) – fanno sapere da O.P.E.R.A. – mentre non è stato fissato alcun incontro con le categorie più interessate alla bonifica del mar Piccolo (ancora oggi secondo i dati CCIIA rappresentano il 10% del Pil della provincia ionica)”.

Accanto ai timori per uno slittamento del crono-programma, annunciato come improrogabile ma nei fatti sempre rinviato a data da destinarsi,  accanto all’amarezza per una scarsa considerazione nei confronti degli operatori mitilicoli, cresce il timore che per la bonifica vengano adottati  metodi distruttivi come il dragaggio. Da qui, la richiesta di un incontro immediato con la dott.ssa Corbelli, durante il quale vengano divulgati i dati dello studio condotto da Arpa, in collaborazione con il Cnr ed altri enti. Questo l’auspicio manifestato: i soggetti interessati alla problematica vengano coinvolti in un contraddittorio trasparente che tenga in debita considerazione le ragioni di tutti senza privilegiare soluzioni speculative e di mero profitto.

Alessandra Congedo

Aderiscono ad O.P. E. R. A. :

Acli Taranto
Agci Pesca Taranto
Pr. Im. A
Altamarea
Assoc.Puglia Internazionale Taranto Turismo
Claai Puglia e Basilicata
Codacons Taranto
Confcommercio Imprese per l’Italia
TarantoAA
Contro le Barriere
Confcooperative Taranto
Csu Taranto
Co. Ri. Ta.
Org. Produttori Pesca Stella Maris
Peacelink Taranto
Progents
Taranto Respira
Taranto Voglia di Volare
Ucid Taranto
Unci- Unione Nazionale Cooperative Italiane
Ass. VerdeSmeraldo

admin

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