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Tempa Rossa, sguardo a Roma – La Regione chiederà al ministero riapertura Aia

Alla riunione di ieri (venerdì per chi legge, ndr) in Regione sul progetto “Tempa Rossa”, hanno partecipato anche l’ARPA Puglia e l’ARES (Agenzia Regionale Sanitaria della Puglia), mentre mancava l’Asl di Taranto. La prossima settimana il consiglio regionale dovrebbe votare la delibera di giunta con la richiesta ufficiale al ministero dell’Ambiente di riapertura dell’AIA rilasciata all’Eni per il progetto “Tempa Rossa”. Delibera di giunta che poggerà su due direttrici ben precise: la valutazione sugli incidenti rilevanti previsti dalla direttiva europea Seveso e soprattutto la Valutazione del Danno Sanitario che dovrà rientrare nell’AIA e che sarà compito di ARPA Puglia stilare (nel giro di un paio di mesi al massimo) così come avvenuto per l’Ilva, secondo quanto previsto dalla legge regionale sulla VDS, la numero 21 approvata il 24 luglio 2012 (appena due giorni prima del sequestro preventivo degli impianti dell’area a caldo da parte della Procura di Taranto…).

La Regione chiederà inoltre all’Eni di presentare uno studio che dimostri, scientificamente parlando, il paventato “impatto zero” che secondo l’Eni e le multinazionali Total, Shell e Mitsui (titolari del progetto) hanno “garantito” durante la conferenza stampa di presentazione ufficiale del progetto alla città di Taranto, avvenuta nelle scorse settimane nella sede di Confindustria Taranto (sempre le solite coincidenze, a cui noi non abbiamo mai creduto). Probabilmente, invece che di “impatto zero”, avrebbero voluto dire “mancato aggravio di emissioni inquinanti” nell’aria-ambiente attuale della città di Taranto.

Sia come sia, è bene ricordare che quando nel novembre del 2011 la Regione Puglia aveva dato il proprio ok al progetto “Tempa Rossa”, il giudizio si era basato sull’ok giunto dal CTR (Comitato tecnico regionale dei Vigili del Fuoco) che aveva vincolato l’assenso all’opera attraverso una serie di prescrizioni che a tutt’oggi la Regione non è in grado di dire se siano state inserite o meno nel progetto. Tanto è vero che al CTR attendono ancora dall’Eni la Relazione Definitiva di Sicurezza.

Tuttavia, tornando per un attimo seri, è chiaro che tutto questo gran parlare e vociare sul progetto “Tempa Rossa” altro non è, almeno da parte della politica, di mera e mediocre campagna elettorale in vista sia delle primarie del Pd per scegliere il candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali del 2015, e delle stesse elezioni. In tanti, troppi a dire il vero, tra partiti e circoli vari, si sono improvvisamente interessati ad un progetto che hanno per anni semplicemente ignorato. Stesso dicasi per i partiti politici che appoggiano il progetto. Che per gran parte del movimento ambientalista tarantino (eccezion fatta per il comitato “Legamjonici” da sempre in prima linea sulle  vicende riguardanti l’Eni).

Ognuno ha colto il momento per tirare acqua al proprio mulino. Nulla di più. Non conoscendo affatto il progetto. E pensando di prendere per il naso chi, come ad esempio questo giornale, ha dedicato negli ultimi 4 anni decine di articoli e inchieste varie al progetto “Tempa Rossa”. Per non parlare dell’inerzia e della totale inettitudine del Comune di Taranto, delle sue commissioni e dei suoi uffici. Che in questi 4 anni avrebbe potuto e dovuto intervenire per tempo, come abbiamo avuto modo di spiegare più e più volte nel corso del tempo. Ora la vicenda si è infilata in un vicolo cieco. E l’intervento di Roma sarà ancora una volta a gamba tesa. Soprattutto per colpa dell’inettitudine della nostra classe politica. E dell’essere prona agli interessi della grande industria da parte della nostra classe dirigente. Non siete affatto credibili. E fate anche una certa pena a dire il vero. Buon weekend.

Gianmario Leone (TarantoOggi, 04.10.2014)

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