ROMA – Un pacchetto di otto ore di sciopero da gestire sinergicamente a livello territoriale, oltre allo sciopero delle flessibilita’ di orario ed organizzative per tutto il mese di ottobre: sono queste le decisioni prese oggi a Roma dal Coordinamento nazionale dei quadri e delegati Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil del Gruppo Eni che, dopo quella di luglio, ha deciso di proseguire la mobilitazione per cambiare l’attuale piano industriale del Gruppo. “Il disegno del management Eni – si legge in una nota conclusiva del Coordinamento – attraverso la chiusura del cracking di Porto Marghera, che rischia di provocare effetti devastanti sull’intera area produttiva del quadrilatero padano, della raffineria di Gela, la vendita della raffineria di Livorno e la probabile dismissione di quella di Taranto, insieme alla decisione di procedere alla cessione di ramo d’azienda a Sarroch, rappresenta plasticamente una dismissione violenta della presenza industriale Eni in Italia”. “Il Coordinamento – conclude la nota – si riserva, a fronte del permanere di una posizione di rigidita’ del gruppo Eni, di indire uno sciopero nazionale con manifestazione a Roma da tenersi nella prima settimana di novembre”. (AGI)