Al termine dell’incontro, definito dalla nota del ministero “approfondito e cordiale” e a cui hanno partecipato anche Emma e Antonio Marcegaglia, amministratori delegati dell’omonima azienda, e i rappresentanti della banca d’affari Jp Morgan, il gruppo Mittal ha ribadito in una nota ancora più striminzita, il suo interesse all’acquisto di Ilva. “ArcelorMittal resta interessata ad una potenziale acquisizione di Ilva e conferma che sta lavorando con il gruppo Marcegaglia – azienda leader nella lavorazione e distribuzione dell’acciaio in Italia – per valutare tali opportunità”, si legge nel breve comunicato.
Dall’Ilva invece, non è giunto alcun commento. Ieri, prima della riunione, una portavoce di Ilva aveva dichiarato semplicemente che “è prematuro parlare di soluzioni finanziarie e societarie”. “Oggi visto il livello delle delegazioni, era la prima volta in cui erano presenti l’ad del gruppo indiano e i rappresentanti della famiglia Marcegaglia. Si può dire che con oggi si è aperto ufficialmente il tavolo”, ha riferito all’agenzia di stampa Reuters una fonte vicina al dossier, terminato l’incontro, che ha visto la partecipazione del CEO di Mittal per l’Europa, Aditya Mittal.
Un’altra fonte vicina alla trattativa ha invece spiegato alla Reuters che “al centro delle discussioni ci sono state le garanzie di protezione per l’acquirente dalle vicende giudiziarie della famiglia Riva e la questione ambientale. Anche il ruolo del gruppo italiano è stato al centro del confronto”. La stessa fonte ha infine anche aggiunto che da parte del commissario “c’è l’intenzione di arrivare ad avere offerte vincolanti entro la fine dell’anno”.
Dunque, siamo come prevedibile alle fasi iniziali di una lunga trattativa che sarà studiata da tutte le parti in causa nei minimi dettagli. E che sia alla fine a vantaggio di tutti: dei gruppi industriali interessati all’ingresso nell’azionariato dell’Ilva, del governo, dell’economia nazionale ed europea. Non certamente a favore di Taranto, dei suoi cittadini e dei lavoratori dell’Ilva: come abbiamo spiegato ieri e come confermano le indiscrezioni trapelate dall’incontro romano.
Infine, indiscrezioni dal mondo finanziario riportano il disappunto del gruppo Amenduni, che detiene il 10,05% delle azioni dell’Ilva Spa tramite la Valbruna Nederland, società olandese del gruppo. Nei giorni scorsi il gruppo avrebbe inviato una lettera al commissario Gnudi per sottolineare il fatto che la famiglia Amenduni al momento sia stata dal tutto esclusa dal tavolo delle trattative e soprattutto, cosa che su queste colonne abbiamo più volte sottolineato, la mancata approvazione del bilancio 2013 dell’Ilva Spa.
G. Leone (TarantoOggi, 24.09.2014)
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