Il caso del lavoratore Archinà dell’appalto Ilva – Campagna in difesa dell’articolo 18
Cgil e Fiom lanciano da Taranto la campagna in difesa dell’articolo 18 e lo fanno presentando domani mattina in una conferenza stampa il caso del lavoratore Roberto Archinà, RSU della Fiom Cgil e dipendente dell’azienda Enetec dell’appalto dell’Ilva che è stato licenziato. “Il 29 luglio scorso – dicono Cgil e Fiom in una nota congiunta – il giudice del lavoro del Tribunale di Taranto, accogliendo il ricorso della sigla sindacale, ha annullato il licenziamento illegittimo poiché palesemente discriminatorio, ma Roberto continua ad essere ancora fuori dal suo posto di lavoro”. La vicenda di Roberto Archinà costituisce una “storia di esasperazione portata alle estreme conseguenze”. Lo dicono Cgil e Fiom di Taranto che colgono il caso di questo lavoratore, licenziato dall’azienda Enetec, appaltatrice dello stabilimento siderurgico Ilva, per la quale lavorava, reintegrato dal magistrato ma non ancora tornato al lavoro, per lanciare una campagna in difesa dei diritti e dell’articolo 18.
“E’ il segno di una assenza assoluta di relazioni sindacali, di un clima esasperato di ricatto e vessazione. Solo un caso emblematico – dichiara Giuseppe Massafra, segretario della Cgil di Taranto – che proviamo a spiegare in una conferenza stampa, provando con esso a raccontare di una condizione, quella del lavoro a Taranto, ormai non più tollerabile. Mentre si dibatte del futuro dell’art.18 la Cgil e la Fiom di Taranto – sottolinea Massafra – alzano gli scudi in favore di questo e di mille altri lavoratori tarantini costretti a subire gli effetti di una crisi e di un atmosfera che nella provincia jonica mette i lavoratori in condizione di ricatto estreme”.
Per Donato Stefanelli, segretario della Fiom Cgil di Taranto, “qui c’é una sentenza chiara che non viene eseguita da un padrone che continua ad avere un atteggiamento fuorilegge malgrado in quella fabbrica si siano svolte elezioni per il rinnovo delle RSU e Roberto Archinà sia stato nuovamente scelto, nonostante la sua assenza, dai suoi compagni di lavoro”. “Nel territorio di Taranto questa tendenza – denuncia la Cgil – si va consolidando, insieme a licenziamenti individuali dal chiaro significato discriminatorio e antisindacale che colpiscono chi prova ancora a tenere alta l’asticella dei diritti”. (TarantoOggi, 22.09.2014)