Lo sversamento di olio nel Mar Grande dall’impianto dell’ILVA accaduto ieri è la conferma di quanto diciamo da tempo: l’esistenza di questa fabbrica non è compatibile con le altre attività economiche presenti sul territorio che continuano a perdere opportunità a causa della produzione siderurgica. I settori della pesca, della mitilicoltura, della maricoltura e del turismo legato al mare sono arretrati perché le istituzioni hanno sistematicamente favorito l’ILVA o l’ENI. La mitilicoltura non prende pace da anni pur essendo presente nel Mar Piccolo da tremila anni e motivo di orgoglio dei tarantini; il settore non ha prospettive serie visto che non sono state stanziate risorse per le bonifiche del Mar Piccolo. Al contrario i “lavori del mare” potrebbero essere potenziati tanto da dare lavoro ad altri operatori e soddisfazione alla città. Aspettiamo di conoscere gli esiti dell’inchiesta sull’accaduto, ma certo è un incidente raro e al contempo molto dannoso. Lo stabilimento ILVA sembra sul punto del collasso e fuori controllo. Come Verdi Taranto rinnoviamo la nostra richiesta di chiuderlo e di attuare il piano per un’altra Taranto, presentato dal nostro consigliere comunale e leader nazionale Angelo Bonelli dal 2012 in poi in ripetute occasioni.
La coportavoce dell’Associazione cittadina Verdi Taranto Ada Le Noci