Ilva, Liberi e Pensanti su sversamento in mare: la Procura indaghi
TARANTO – Sessanta tonnellate (60.000 litri !!!) di olio lubrificante e acque di processo finite in mare, tracimate dalla vasca di raccolta dell’olio del ciclo di lavorazione del treno nastri ILVA. E’ disastro ambientale. L’ennesimo consumato ai danni di un territorio ormai allo stremo. Considerando che solo una minima parte di queste sostanze verrà recuperata, provate a immaginare che fine farà tutto il resto: deturperà la nostra vista, ammorberà le nostre narici, ci pioverà in testa e ci ritornerà nello stomaco alla fine del ciclo alimentare.
Ancora più sconcertanti i tempi di reazione alla catastrofe, visto che tra il momento in cui l’evento si è manifestato e quello in cui l’allerta è stata data alle autorità competenti pare siano trascorse diverse ore. Un “buco orario” che avrebbe di fatto inficiato l’efficacia dell’intervento di contenimento da parte delle ditte specializzate e che la dice lunga sui “rassicuranti sistemi di sicurezza” di cui è dotato il siderurgico.
Dove sono adesso Cesareo, Stefàno e Vendola? Che fine hanno fatto le rassicurazioni farlocche di un sistema politico e imprenditoriale dedito alla mortificazione di un territorio? La vostra dignità è ormai solo una macchia d’olio esausto che galleggia sul nostro futuro. A questo punto chiediamo con forza alla Procura della Repubblica di Taranto di indagare su un evento che evidenzia gravissime omissioni e responsabilità di un sistema dirigenziale la cui inadeguatezza ha permesso lo sversamento in mare di migliaia di litri di sostanze oleose, con danni incalcolabili e irreparabili per il già compromesso ecosistema e per la catena alimentare.
Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti