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Cementir, altri 12 mesi di cig? E l’inquinamento chi lo paga?

Abbiamo aperto con l’azienda una fase di discussione”. Questo quanto affermato dal segretario generale della Fillea Cgil di Taranto Antonio Stasi, in merito a quanto avvenuto ieri nella sede di Confindustria Taranto, nell’incontro tra la Cementir e le organizzazioni sindacali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil.

Quest’oggi infatti, scadono i 12 mesi di cassa integrazione straordinaria per “crisi aziendale” a turno, per dodici mesi, per i 98 lavoratori del sito tarantino come stabilito dall’accordo romano siglato un anno fa. Dal 1 gennaio scorso infatti, la Cementir di Taranto si è trasformata in un centro di macinazione, con la chiusura dell’area a caldo e quindi la cessazione dell’attività produttiva. Cosa che ha comportato il passaggio dalle 98 alle 42 unità presenti in azienda giornalmente, con una riduzione della forza lavoro di ben 56 dipendenti, con la collocazione in cassa integrazione straordinaria di circa il 50% della forza lavoro.

Da ieri invece, si è iniziato a discutere con l’azienda per avviare le pratiche per ottenere la cassa integrazione guadagni ordinaria per i prossimi 12 mesi. Dunque, niente di nuovo sotto il sole, anche se pare che l’azienda abbia dichiarato durante l’incontro di ieri “di non voler licenziare nessuno”, nonostante il perdurare del calo di commesse. Sarà. Ma come abbiamo riportato in questi giorni, riepilogando tutta la storia della Cementir, appare quanto meno strano che un’azienda non voglia licenziare nessuno, dopo aver candidamente dichiarato di non avere alcuna intenzione di investire per l’ammodernamento degli impianti. E dopo aver deciso la cessazione dell’attività produttiva di un sito come quello di Taranto che produceva 1,3 milioni di tonnellate annue di cemento.

Intanto, proprio in questi giorni si sono state le elezioni per il rinnovo delle RSU. La Fillea Cgil ha conquistato 2 rappresentanti su 3. Dei 91 aventi diritto, hanno votato in 87, ed in 61 hanno votato i delegati del sindacato degli edili della Cgil. Rispetto alla precedente tornata elettorale, la rappresentanza della Fillea Cgil è passata dal 50% degli RSU eletti ad oltre il 66%, essendo il numero degli eletti passato da 4 a 3. I rappresentanti Fillea sono Vito Galeandro, riconfermato con 49 preferenze, e Giuseppe Altavilla: “A loro va il ringraziamento per l’importante lavoro che stanno svolgendo tra i lavoratori – dichiara Di Stasi -. In una situazione drammatica di crisi per il comparto e per l’intero tessuto produttivo del territorio”.

La sorpresa delle elezioni RSU, riguarda sicuramente lo Slai Cobas, giunto secondo al pari della Cisl. “L’unica vera novità – affermano dal sindacato di classe – è che lo Slai Cobas è di fatto il secondo sindacato effettivo”. Slai Cobas che ha già prodotto un ricorso affinché il terzo delegato vada a questa lista e non alla Cisl”. Tra l’altro, lo Slai Cobas ricorda come ultimamente l’azienda ha ripreso il discorso “di voler andarsene da Taranto, con i sindacati confederali che ora fanno qualche strillo mentre hanno firmato ben due verbali di accordo sul 60% di esuberi. Il futuro, dunque, è tutt’altro che roseo.

Intanto però, è importante anche e soprattutto sapere qual è la situazione ambientale all’interno ed all’esterno dello stabilimento della Cementir. Durante la conferenza dei servizi dello scorso 17 luglio presso il ministero dell’Ambiente (che tutti, media compresi, rievocano non è dato sapere perché soltanto per l’ok agli scavi concessi all’Eni per i lavori di realizzazione del progetto Tempa Rossa), si è anche discusso dei “Risultati del piano di caratterizzazione e analisi di rischio relativi alla banchina in concessione Cementir – Porto mercantile di Taranto”, trasmessa dall’azienda (con nota prot. 35/14) il 24 marzo scorso ed acquisita dal Ministero dell’Ambiente (al prot. n. 8309/TRI/DI) del 19 marzo.

Il documento contiene l’analisi di rischio sito-specifica per la banchina del porto di Taranto in concessione alla Cementir Italia S.r.l., sulla scorta dei risultati della caratterizzazione e finalizzata alla definizione della reale contaminazione dei luoghi e degli obiettivi di bonifica. Nel verbale della Conferenza dei Servizi, si legge testualmente: “La sorgente di potenziale contaminazione individuata è rappresentata dall’intera area. I recettori sono i lavoratori on sile e la risorsa idrica sotterranea. I risultati dell’Analisi di Rischi hanno inoltre evidenziato che non vi è rischio sanitario cancerogeno (R) e tossico (H) individuale e cumulativo per tutti i contaminanti indice; ma, e questo è un dato di importanza rilevante (sul quale abbiamo a lungo documentato in questi anni, “vi è rischio per la falda per i seguenti contaminanti: Ferro, Manganese, Boro, Solfati, Benzo(a)pirene, Benzo(k)fiuorantene, Benzo(a)antracene. 

La Cementir nel documento dichiara che in merito alla contaminazione riscontrata nelle acque di falda, l’intervento di messa in sicurezza/bonifica della stessa sarà oggetto di apposita attività prevista nel Protocollo di Intesa firmato il 05/11/2009 tra Ministero dell’Ambiente, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero dello Sviluppo Economico, Regione Puglia, Provincia di Taranto, Comune di Taranto, Autorità Portuale di Taranto e Sogesid S.p.A, il quale prevede la ‘Progettazione preliminare dell’intervento di messa in sicurezza e bonifica della falda acquifera e dei suoli demaniali nell’intero SIN, previa elaborazione di uno studio di fattibilità e caratterizzazione delle acque di falda lungo la fascia costiera’. Sul documento in esame è stato acquisito il parere ISPRA (IS/USO 2014/111)”. Un protocollo d’intesa, si badi bene, del 2009.

Lo scorso 17 luglio, la Conferenza di Servizi decisoria deliberò di ritenere “approvabile l’analisi di rischio presentata e chiede che qualsiasi modifica ai parametri (es. altezza degli edifici) e/o allo scenario di esposizione, dovrà prevedere una rielaborazione dell’analisi di rischio. Delle limitazioni d’uso previste dall’analisi di rischio si dovrà tenere traccia all’interno degli strumenti di pianificazione urbanistica. Considerata la natura dei contaminanti riscontrati in falda e l’estensione della banchina che ricade in una più vasta area in cui è presente analoga contaminazione, la bonifica della falda dovrà essere affrontata in un complessivo intervento da parte del soggetto competente. E’ alquanto difficile oggi, ipotizzare un futuro intervento della Cementir, visto che l’azienda sta da tempo piantando baracca e burattini. A Bagnoli, ancora oggi, attendono la bonifica del territorio inquinato dalla Cementir (e dalla Fintecna).

Sull’argomento, forniamo una piccola pillola storica a futura memoria. Durante l’audizione in Commissione Ambiente al Comune di Taranto del 19 giugno 2013, l’ex assessore all’Ambiente Vincenzo Baio (oggi assessore alla Salute), chiese conto dell’attività di bonifica della falda profonda: “Iniziammo questo discorso 2-3 anni fa, ma poi non ho più avuto alcuna notizia in merito: a che punto sono i lavori?”. Quella fu una vera cantonata, anche se non fu di certo l’unica che i nostri politici collezzionarono quel giorno, visto che il direttore di Cementir Italia, Mario De Gennaro, informò il buon Baio e tutti i presenti che i lavori per la bonifica della falda, la Cementir li aveva già finiti.

Ed anzi, l’azienda aveva chiesto di poter effettuare un ulteriore intervento. All’epoca di fatti fermo, perché ARPA Puglia aveva chiesto all’azienda di effettuare nei prossimi tre mesi nuovi campionamenti, nell’ambito del lavoro che l’ente regionale stava svolgendo per la Cabina di regia sulle bonifiche del SIN di Taranto (i cui risultati ottenuti dovrebbero essere quelli presentati nell’Analisi di Rischio lo scorso 17 luglio a Roma). Inoltre, il direttore della Cementir Italia, informò i distratti presenti all’audizione di una notizia molto interessante: diversi inquinanti trovati nella falda che scorre sotto la Cementir, non sarebbero stati di provenienza dell’attività del cementificio (il riferimento all’Ilva era implicito, ma non è dato sapere se i nostri prodi l’abbiano mai colto o meno). Ad maiora.

 Gianmario Leone (TarantoOggi, 19.09.2014)

 

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