Inoltre, il TAR ha concesso la sospensiva sulla decisione, sempre attraverso l’atto di autotutela, con cui l’Autorità portuale dispose l’aggiudicazione definitiva dell’appalto integrato al costituendo RTI Consorzio Stabile Grandi Lavori SCRL già Impresteel/Impresa Ottomano Carmine S.r.l./Favellato Claudio S.p.A., secondo classificato nella procedura di gara, ristretta e accelerata, che venne aggiudicata secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Dunque, l’inizio dei lavori alla banchina del molo polisettoriale del porto di Taranto sarà nuovamente ritardato. Tra l’altro, è bene ricordare che sulla vicenda deve ancora esprimersi il Consiglio di Stato. Che il 6 maggio scorso prima decise per l’improcedibilità del ricorso del consorzio secondo classificato (si spera che la parola fine alla vicenda arrivi almeno tra ottobre e novembre), per poi concedere la sospensiva il 21 maggio scorso, in quanto l’impresa ricorrente contro l’assegnazione della gara al TAR di Lecce, fece appello presentando solo il dispositivo col quale il tribunale amministrativo, nell’aprile scorso, rigettò il primo ricorso.
Insomma, una vicenda che diventa sempre più intricata ed ingarbugliata. Ma che potrebbe presto concludersi con la sentenza del Consiglio di Stato. Visto che, tra l’altro, alla base della decisione dell’Autorità Portuale di intervenire in autotutela, vi è “la mancanza del requisito della regolarità contributiva che deve essere posseduto dalle imprese offerenti fin dalla presentazione della domanda di partecipazione alla gara e conservato per tutta la durata della procedura”: in pratica esattamente quanto denunciato su queste colonne sin dallo scorso aprile. Ovvero che ben due aziende del consorzio che risultò vincitore dell’appalto nel novembre dello scorso anno, la Icotekne Spa di Napoli e proprio la Matarrese spa, avessero seri problemi di liquidità, tanto da aver portato i libri contabili in tribunale. Intanto, si resta sui carboni ardenti in attesa delle ore 12 di venerdì, quando scadrà “l’ultimatum” di Autorità Portuale e sindacati nei confronti della TCT: giorno in cui l’azienda taiwanese dovrà scoprire le carte sulle reali intenzioni sugli investimenti previsti e sul voler ancora restare ad operare presso il porto tarantino. C’è poco da stare allegri. Almeno per il momento.
G. Leone (TarantoOggi, 17.09.2014)
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