Tempa Rossa, Total EP Italia: non ci sarà incremento delle emissioni

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TARANTO Fuori la protesta di un gruppo di cittadini che rivendicano la tutela di salute, ambiente e sicurezza. Nella sede di Confindustria la presentazione del progetto Tempa Rossa da parte di Total E&P Italia, Shell Italia E&P e Mitsui E&P Italia B. Più volte abbiamo dedicato sul nostro sito ampio spazio alle implicazioni relative al progetto (aumento del traffico di navi petroliere nel porto di Taranto, rischio di incidente rilevante e incremento delle emissioni fuggitive), grazie al prezioso contributo del collega Gianmario Leone (TarantoOggi), che da tempo approfondisce l’argomento. Oggi, invece, riportiamo la nota stampa integrale prodotta da Total E&P Italia e i suoi partner al termine dell’incontro con gli organi di stampa tenuto insieme al presidente di Confindustria Taranto Vincenzo Cesareo.

tempa rossaIl progetto, di cui è titolare la joint venture Total – Shell – Mitsui, prevede lo sviluppo di un giacimento petrolifero situato in Basilicata, nell’alta valle del Sauro. Si tratta di uno dei principali progetti industriali del nostro Paese, tra i 128 più importanti al mondo nel settore Oil & Gas, interamente sostenuto da capitali privati. A regime, l’impianto raggiungerà una capacità produttiva giornaliera di 50.000 barili di petrolio, 230.000 m³ di gas naturale, 240 tonnellate di GPL e 80 tonnellate di zolfo e consentirà di aumentare di circa il 40% la produzione nazionale italiana di greggio, oltre ad assicurare un gettito fiscale per l’Italia di diverse centinaia di milioni di euro l’anno. Il progetto prevede lo sviluppo dell’omonimo Centro Olio ubicato in Basilicata, con un volume di investimenti complessivo di 1.6 Mld di € (senza alcun contributo pubblico) tanto che oggi è tra i principali progetti privati di sviluppo industriale in corso in Italia.

Obiettivo dell’incontro è stato illustrare ai media locali il progetto e gli interventi che saranno realizzati per Tempa Rossa da Eni in quanto proprietaria dell’area su cui insisteranno gli impianti all’interno della raffineria di Taranto. Si tratta di interventi di adeguamento logistico per lo stoccaggio e la movimentazione del greggio; le opere previste costituiranno solo la parte terminale del Progetto Tempa Rossa e non comporteranno alcun incremento della capacità di lavorazione della Raffineria. Nessuna trasformazione del prodotto verrà dunque realizzata in loco, rappresentando Taranto soltanto la base logistica di Tempa Rossa, indispensabile però per il completamento del progetto.

Gli interventi da attuare prevedono la costruzione di 2 nuovi serbatoi dedicati al greggio di Tempa Rossa (che si andranno ad aggiungere ai circa 130 presenti attualmente in Raffineria), il prolungamento per circa 350 metri dell’esistente pontile con sistemi di accosto per le navi e le dotazioni di sicurezza, la realizzazione di un nuovo sistema di recupero e trattamento dei vapori provenienti dal caricamento delle navi e di un sistema di raffreddamento del greggio per portarlo alla temperatura di stoccaggio e, infine, la realizzazione di alcune opere accessorie, come per esempio la sala tecnica e un nuovo sistema antincendio.

Nel corso dell’incontro particolare attenzione è stata dedicata agli aspetti di compatibilità ambientale degli interventi, ai riflessi positivi sull’economia portuale e ai risvolti occupazionali, in un’ottica di condivisione trasparente di informazioni e confronto su un progetto così importante per la Città di Taranto.

Il progetto non determinerà alcun incremento delle emissioni rispetto ad oggi grazie all’attuazione di un piano di interventi gestionali e tecnologici d’avanguardia in grado di mantenere le emissioni totali della Raffineria inalterate. Gli interventi previsti in Raffineria saranno infatti tali da assicurare che ad ogni nuova emissione corrisponderà una uguale riduzione di emissioni, come previsto dal progetto approvato dal Ministero dell’Ambiente. I 2 nuovi serbatoi saranno posti a quota ribassata, nel rispetto dei vincoli paesaggistici, e l’ubicazione delle infrastrutture di stoccaggio è all’interno del perimetro della Raffineria, che quindi rimane invariato.

Dal punto di vista dei risvolti occupazionali, si è stimato che il cantiere per la realizzazione delle opere legate a Tempa Rossa impiegherà circa 50 imprese tra lavori civili, meccanici ed elettrici (soggetti il cui numero potrà subire delle oscillazioni in fase di realizzazione dell’opera), contribuendo dunque alla creazione, in fase di costruzione, di 300 posti di lavoro a Taranto. Si prevede inoltre, una volta in esercizio le nuove infrastrutture, un impatto positivo sull’indotto dei servizi portuali, sui diritti di ingresso delle navi da versare al Porto di Taranto e sugli operatori della Dogana e della Capitaneria di Porto. Per i soli servizi portuali, infatti, circa 25 persone sono impegnate all’arrivo di ogni nave, e tra queste ci sono i piloti, i rimorchiatori con il relativo equipaggio, gli ormeggiatori, gli addetti all’antinquinamento e gli addetti antincendio. A questo bisogna aggiungere l’indotto derivante dal rifornimento viveri per la nave, dal recupero delle acque di sentina e dal rifornimento carburanti. Tutti questi servizi generano un giro d’affari dell’ordine di diversi milioni di euro all’anno.

Il traffico navale prodotto da Tempa Rossa raggiungerà al massimo 90 navi all’anno per le attività di carico, ovvero in media 1 nave ogni 4 giorni. Nel porto di Taranto nel 2013 sono transitate oltre 1.300 navi, delle quali 300 hanno riguardato la Raffineria. Confrontato ad oggi, con il Progetto Tempa Rossa l’aumento delle navi rispetto al totale sarebbe quindi inferiore al 7%. Questo incremento da un lato contribuirà a risollevare il traffico marittimo colpito in questi ultimi anni da una forte contrazione (oltre mille navi in meno all’anno dal 2008 ad oggi), fornendo un contributo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo strategico previsti per il porto di Taranto, ma allo stesso tempo si presenta come assolutamente compatibile con tutte le infrastrutture del porto. La maggiore movimentazione del greggio, infine, non comprometterà la diversificazione delle attività del porto; basta infatti guardare come in Italia i porti che movimentano più greggio siano anche quelli a maggiore vocazione merci e passeggeri (come ad esempio Genova, Trieste, Civitavecchia, Napoli).

Nel corso dell’incontro con i media è stato presentato anche il leaflet “Tempa Rossa a Taranto. Domande e risposte per fare chiarezza”; uno strumento pensato per dare informazioni ai diversi attori – cittadini, politici, mondo dell’informazione – interessati e coinvolti nel progetto. “Questo incontro – ha dichiarato Roberto Pasolini, Direttore Commerciale e Comunicazione Total E&P Italia, in rappresentanza della Joint Venture Tempa Rossa – è un tassello del percorso di informazione sul territorio che perseguiamo nel portare avanti le nostre attività e che trova il suo fondamento su una solida politica di trasparenza e di confronto con le comunità locali che sono coinvolte dalle nostre attività. Per questo abbiamo pensato ad un leaflet che aiutasse a fare chiarezza su tutti quei punti sui quali si concentrano ancora oggi le maggiori preoccupazioni della comunità. Un leaflet semplice con domande e risposte chiare, che vuole essere un punto di partenza di una serie di attività informative che Total e i suoi partner metteranno in campo per favorire il dialogo e il confronto con l’intera comunità tarantina”.

“Per la nostra economia è un volano irrinunciabile – ha dichiarato il Presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareoche peraltro darà un impulso non indifferente allo sviluppo della portualità nell’ottica della movimentazione e quindi di maggiori livelli di competitività del porto di Taranto. Noi siamo fortemente convinti della bontà di questo progetto ma vogliamo che anche la comunità lo possa conoscere nella sua interezza. A questo proposito sarà organizzato a breve, unitamente alla joint venture, un confronto pubblico al quale saranno invitate anche tutte quelle espressioni ambientaliste del territorio che si oppongono a Tempa Rossa affinchè ci sia un confronto serio e costruttivo. Siamo i primi a non volere progetti calati dall’alto bensì chiari e soprattutto condivisi”.

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