Taranto, bel successo di FestAmbiente Lavoro
Tempa Rossa? No, grazie. E quella battuta di ieri alla Fiera del Levante del premier Renzi sulle orecchiette, con cui, a differenza dell’acciaio, non si porta il pane a casa? “Sono slogan che lasciano il tempo che trovano e che non fanno bene agli animi. C’è un’offerta legata anche all’enogastronomia – afferma senza sconti il vice presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciadani – in Puglia, e più in genere in Italia, che non merita queste battute. Piuttosto, investire ancora in progetti come quello dell’estrazione di petrolio, è una scommessa a perdere. Secondo i dati forniti dal ministero dello Sviluppo Economico, sotto i mari italiani ci sono dieci milioni di tonnellate di petrolio, che con i ritmi attuali, esauriremmo in otto settimane. Se ci aggiungiamo quello che c’è nel sottosuolo, arriveremmo al massimo a due anni di consumo. Tempa Rossa è un grande affare che fanno le aziende, senza nessuna ricaduta sullo sviluppo del territorio, neanche sulle bollette. Un progetto dal respiro cortissimo”.
Il futuro industriale passa da grandi investimenti nella ricerca di laboratorio e nell’innovazione. “Come per le bioraffinerie. Gli esempi virtuosi in Italia ci sono. Penso all’’impianto Eni realizzato a Porto Torres, in Sardegna, che ha sostituito il vecchio petrolchimico che produceva plastica dal petrolio. E’ partito a luglio scorso ed adesso lì, dagli scarti agricoli, si producono biolubrificanti e bioadditivi per la filiera dei cosmetici o dei pneumatici. O l’impianto in provincia di Vercelli, che dagli scarti agricoli produce bioetanolo di seconda generazione, utilizzato come carburante per le automobili o per fare plastica. Cambiare, se si vuole, si può”.
Di Ilva si è poi parlato nel corso del dibattito finale, incentrato sulle nuove opportunità che coniugano ambiente e lavoro. “Quasi tutti i grandi impianti industriali – ha aggiunto Ciafani – sono sul punto di chiudere. Vanno sostituiti con impianti innovativi che si integrano con il territorio. Chi non vuole capire, come hanno fatto i Riva negli ultimi 20 anni, deve essere obbligato a farlo e questo lo deve fare la politica non più la magistratura”.
Lo speakers corner è stato coordinato dal giornalista Rai Giorgio Zanchini. Vi hanno partecipato anche Grazia Servidio, esperta di politiche industriali Svimez, che ha ricordato la necessità di puntare su nuovi settori industriali, come la riqualificazione urbana, la logistica, l’agrindustria, Gianluigi De Gennaro, docente dell’Università di Bari, l’economista Gianfranco Viesti e Pietro Lecce, con la sua Jonica Impianti, che si occupa di mini eolico.
A concludere la serata, il concerto gratuito dei Funky Fingers Band, che ha proposto un tributo alla musica degli anni ’70. Prima di far festa, non è mancato il saluto dal palco, da parte del presidente del circolo cittadino di Legambiente, Lunetta Franco. “Sono contenta della partecipazione dei tarantini a FestAmbiente. La bella partecipazione ai dibattiti di stasera (ieri per chi legge) ma anche a quelli sul mare o sull’agricoltura multifunzionale, ci ha confermato quello che avevamo intuito. La comunità ionica ha voglia di confrontarsi, di ascoltare nuove idee, di avanzare proposte. Ringraziamo Regione Puglia e Csv per il supporto necessario allo svolgimento della festa e tutti i volontari, il vero motore di questa macchina”. Prima edizione che si chiude con il pollice in su. Ci sarà una seconda edizione? “Adesso è presto per dirlo ma l’obiettivo, come circolo, è quello di continuare a lavorare per fare sempre meglio”. (dal TarantoOggi del 15.09.2014)