Renzi a Taranto, i “Liberi e Pensanti” criticano l’ennesimo teatrino
Un incontro tra amici vietato a chi lotta da anni contro l’inquinamento e ne tocca con mano ogni giorno le conseguenze. Invece di riunire intorno al tavolo i movimenti presenti sul territorio (perlomeno per sentire una campana diversa rispetto a quella ovattata del suo partito), Renzi si è limitato ad ascoltare quelle forze sociali che sono concausa del disastro Ilva (dai sindacati a Confindustria). Era inevitabile, quindi, che questa mattina andasse in scena l’ennesimo triste teatrino tra strette di mano, sorrisi, pacche sulle spalle e chissà, forse qualche selfie. Come associazione Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti avevamo presentato una formale richiesta di partecipazione. Volevamo portare l’unica cosa che mancava a quel tavolo, la più importante: la voce della città. Volevamo dare voce agli operai che fanno parte del comitato ma anche a tutti gli altri che non sono iscritti a nessun sindacato (la maggioranza all’interno dell’Ilva).
La Prefettura non ci ha degnati neanche di una risposta. Siamo proprio alle comiche finali, mentre la città crolla sotto i colpi della fame e della disoccupazione. L’autismo nel quale il Governo italiano si è chiuso, credendo così di poter per magia risolvere il problema Taranto, ha dell’incredibile.Renzi avrebbe dovuto ascoltare i pediatri di questa città (anche loro avevano invano chiesto di poter intervenire) e i lavoratori dell’Ilva che stanno vedendo crollare pezzo dopo pezzo la fabbrica. Ha preferito sentire i sindacati, gli stessi che da decenni sono complici e silenti di fronte alla distruzione della città e della salute di chi dovrebbero rappresentare. Nulla di nuovo, dunque, sotto il cielo di Taranto. È evidente che fino a quando i cittadini abbasseranno la testa non potranno aspettarsi qualcosa di diverso, tanto dalla destra quanto dalla sinistra. E se Matteo Renzi, questo Matteo Renzi, è il nuovo che avanza, permetteteci di dire che assomiglia terribilmente al vecchio; a quella vecchia politica che ha immolato la città di Taranto a vittima sacrificale, sull’altare degli interessi dei grandi gruppi industriali e dello Stato.
Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti