“Genera profondo stupore il rifiuto reiterato della Direzione tarantina dell’Eni S.p.A., di riscontrare le nostre richieste di convocazione che, a partire dallo scorso giugno, abbiamo formalizzato per discutere sull’emergenza occupazionale denunciata dall’Impresa appaltatrice Ottomano Carmine. Consideriamo davvero inaccettabile che una grande società come l’Eni, storicamente presente in questo territorio oggi alle prese con emergenze sociali ed occupazionali diffuse, si comporti con disprezzo circa le sorti lavorative presenti e future anche delle maestranze dell’appalto edilizia industriale che hanno reso fortemente competitivo lo stabilimento ionico con le loro specifiche professionalità. Il risultato di tale diniego è, al momento, che oltre 20 padri di famiglie monoreddito, in un primo tempo dichiarati esuberi sono già stati licenziati e che i rimanenti circa 50 dipendenti della stessa Ottomano vorrebbero legittimamente conoscere se ci sono le condizioni per la ripresa a pieno ritmo delle attività a seguito di nuove commesse che, come è negli auspici di tutti, possano restituire loro serenità e far rientrare eventualmente il personale espulso. E’ del tutto ovvio che il direttore di stabilimento Luca Amoruso non possa più ignorare le nostre richieste di convocazione ulteriormente reiterate, senza scalfire la credibilità dell’Eni S.p.A. e, soprattutto, senza assumersi la responsabilità di sottrarsi al confronto sindacale con tutte le risposte sociali conseguenti”.
Vito Lincesso, segretario generale Filca Cisl Taranto Brindisi