“Le normative sull’inquinamento dell’aria negli ultimi dieci anni – si legge in una nota – hanno sostanzialmente migliorato la salute delle persone che abitano a Taiyuan, con una riduzione superiore al 50% dei costi associati alla perdita della vita e alla disabilità tra il 2001 e il 2010”. Lo studio è il primo a documentare i benefici per la salute ed economici delle politiche volte a ridurre il carico di inquinamento dell’aria in una zona altamente inquinata della Cina e fornisce un modello per misurare quanto le politiche mirate al miglioramento della qualità dell’aria siano in grado di proteggere la salute umana. I risultati sono stati pubblicati dalla rivista on line Environment internazionale.
Taiyuan, la capitale della provincia dello Shanxi, è un importante centro per la produzione di energia e sede di industria metallurgica. Per combattere l’inquinamento atmosferico, il governo provinciale dello Shanxi ha implementato e rinnovato le politiche e le normative ambientali tese a promuovere l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni inquinanti. Questo l’esito: le concentrazioni di particolato (PM10) sono diminuite di oltre la metà, da 196 mg / m3 nel 2001 a 89 mg/m3 nel 2010, misurato in otto siti in tutta la città. Il miglioramento dell’aria grazie alla riduzione del particolato tra il 2001 e il 2010 avrebbe comportato, secondo i ricercatori, i seguenti benefici in termini sanitari: 2.810 morti premature in meno, 31.810 ricoveri ospedalieri in meno, 141.457 visite ambulatoriali in meno, 951 casi di bronchite in meno. Il costo della morte prematura a causa di inquinamento atmosferico sarebbe diminuito di 3,83 miliardi di yuan, pari a circa 621 milioni di dollari.
“Negli ultimi dieci anni, le nostre ricerche in due città cinesi hanno dimostrato che forti politiche di governo mirate a ridurre l’inquinamento dell’aria possono produrre sostanziali benefici per la salute di adulti e bambini”, afferma Frederica Perera , PhD, direttore del Columbia Center For Children’s Environmental Health. “Questi risultati rendono più evidente la necessità di una normativa più rigorosa e ampia nelle città cinesi in cui l’inquinamento atmosferico rimane un grave problema per la salute”. Secondo il ministero della Protezione Ambientale cinese, solo 3 delle 74 città monitorate dal governo soddisfano i requisiti minimi di qualità dell’aria. Nel mese di marzo, il premier Li Kequiang ha annunciato che il paese avrebbe dichiarato “guerra contro l’inquinamento” riducendo il particolato e chiudendo gli impianti industriali obsoleti. Ma di strada da fare ne resta ancora tanta. E non solo in Cina.
Alessandra Congedo
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