“Il governo sostiene che non è possibile proseguire i contratti di solidarietà – ha spiegato Burlando – ma penso che siamo in grado comunque di garantire la protezione sociale a tutti quelli che ne hanno bisogno e in modo molto significativo: sia con la cassa in deroga pagata mensilmente, che l’azienda anticiperebbe, sia con l’integrazione a fronte dei lavori di pubblica utilità”. Secondo il governatore della Liguria, poi, “la Fiom pone una questione che a me pare giusta: per poter integrare la cassa in deroga dobbiamo usare i fondi della legge sulla bonifica di Cornigliano per finalità diverse da quelle stabilite nell’accordo di programma del 2005 e quindi è necessario modificare quell’accordo: per farlo c’é bisogno di avere un rapporto con la presidenza del Consiglio, firmataria del documento. Su questo lavorerò nel fine settimana”. Sul fronte delle coperture sia per la cassa in deroga sia per l’integrazione, Burlando ha spiegato che “c’é la possibilità di coprire i tre mesi di cassa in deroga di quest’anno con i fondi statali, così come per i primi cinque mesi del prossimo anno. Per questi otto mesi l’azienda anticiperebbe le risorse, in modo da evitare interruzioni nell’erogazione del salario ai lavoratori. Rimarrebbero scoperti due mesi e dieci giorni nel 2015 e l’integrazione: in tutti e due i casi – ha assicurato il presidente della Regione Liguria – possiamo farcene carico noi se, col consenso della presidenza del Consiglio, l’accordo di programma fosse modificato per consentirci di usare una parte delle risorse esistenti, pari a qualche milione di euro, non solo per la strada o la bonifica ma anche per completare la messa in sicurezza dei lavoratori. Penso che sia ragionevole chiudere un accordo nelle prossime settimane senza tensioni”.
“E’ importante – ha aggiunto Burlando – che questi lavoratori ricevano un contributo significativo per mantenere le proprie famiglie fino all’estate del prossimo anno. Allora potranno scattare di nuovo i contratti di solidarietà ma spero – ha concluso – che ci sarà un nuovo azionista in grado di mandare avanti l’azienda”. Le Rsu degli stabilimenti Ilva di Genova e Novi Ligure hanno indetto uno sciopero dopo la morte di un operaio nello stabilimento di Taranto avvenuta giovedì. “Non accettiamo – si legge- che si parli di fatalità come per tutte le morti sul lavoro. E’ una tragedia che si inserisce nell’incertezza sul destino del gruppo, una situazione che ormai perdura da due anni”. I lavoratori dello stabilimento di Genova hanno scioperato nella giornata di ieri con le seguenti modalità: 1° turno dalle 14 alle 15; normalisti dalle 15 alle 16; impiegati dalle 16.30 alle 17.30.
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