Ilva, i Verdi esprimono dolore e rabbia per l’ennesima morte

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Lo stabilimento Ilva visto dai tetti del quartiere Tamburi, 19 settembre 2013.ANSA / CIRO FUSCOCome Verdi Taranto esprimiamo tutto il nostro dolore e la nostra rabbia per la morte dell’ennesimo operaio nell’ILVA, Angelo Loiodice, operaio di una ditta dell’indotto incaricata di ripristinare i binari che si sono fusi quando si è rovesciato il carro siluro il 27 agosto.  Siamo vicini alla sua famiglia e ai suoi colleghi in questo momento terribile in cui tutto è cambiato in modo irreversibile come solo la morte può esserlo.

La considerazione politica che vogliamo fare è che è difficile pensare che sia un caso se in due settimane si verificano due incidenti gravi e in due anni quattro morti; tutto ciò sembra al contrario la conseguenza di impianti vecchi e di modalità gestionali poco attente alla sicurezza. Del resto se la catena di comando è composta da personale nominato dal governo e da altro assunto dai Riva è difficile che funzioni a dovere e a ciò si aggiungono il clima di incertezza sul futuro dell’impresa e la mancanza di liquidità.

Insomma dobbiamo ribadire che la scelta del governo Monti di commissariare l’ILVA presenta adesso il suo orrendo conto: non ha risolto il problema dei lavoratori, né quello della città e in più ha lasciato sul terreno ben quattro morti. Invitiamo il governo Renzi a cambiare rotta di 180° e a predisporre la fase di uscita dall’acciaio sporco a tutela di tutti i soggetti coinvolti.

La coportavoce dell’Associazione cittadina Verdi Taranto

Ada Le Noci 

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