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Battaglia contro le trivelle in Puglia: mancano ancora molti enti locali

Sono scaduti i termini per la presentazione delle osservazioni alle quattro procedure di Valutazione di Impatto Ambientale per la ricerca di idrocarburi nel basso Adriatico. A risultare assenti, nell’elenco del Ministero dell’Ambiente, sono la Provincia di Bari e molti comuni pugliesi che, nonostante gli annunci delle scorse settimane, non hanno presentato osservazioni ai progetti della Global Petroleum Limited. Da Bari, Brindisi, Giovinazzo, Mola di Bari, Carovigno, San Pietro Vernotico, Torchiarolo e Polignano a Mare, infatti, nulla è giunto al dicastero di via Colombo.

Al di là delle belle parole e dei proclami – dichiarano i deputati Diego De Lorenzis, Giuseppe Brescia, Giuseppe L’Abbate, Francesco Cariello, Emanuele Scagliusi, i senatori Lello Ciampolillo, Maurizio Buccarella, Daniela Donno, Barbara Lezzi, l’europarlamentare Rosa D’Amato e i portavoce comunali del M5S – La realtà dei fatti dimostra un sostanziale menefreghismo rispetto a un rischio così elevato, rappresentato dalle trivellazioni in mare proprio di fronte questi territori”.

Ai sensi del D.lgs. 152/2006, infatti, agli enti locali non è richiesto il parere per progetti posti ad oltre le 12 miglia dalla costa e l’unica strada per poter far sentire la propria voce è quella delle osservazioni ai progetti durante la procedura VIA. “Gli enti locali hanno uffici tecnici, assessorati all’ambiente e risorse economiche per potersi opporre a tali scempi che potrebbero danneggiare la Puglia – continuano i 5 Stelle – ed è loro compito tutelare il mare su cui si affacciano”. Per quei Comuni che, invece, hanno presentato osservazioni, anche in caso di parere favorevole da parte del Ministero dell’Ambiente, sono aperte le porte del ricorso al TAR ed eventualmente del Consiglio di Stato. “Ogni singolo cittadino che propone osservazioni potrebbe presentare ricorso – dichiarano i portavoce M5S – ma i costi non sono mica alla portata di tutti, mentre è compito degli enti locali rappresentare le istanze dei cittadini e del territorio”.

Una battaglia quella “no-triv” che risuona anche sulle coste delle Canarie, dove il governo locale si sta opponendo alle trivellazioni autorizzate dall’esecutivo spagnolo, proprio perché reputa l’estrazione di idrocarburi “un’attività altamente rischiosa, incompatibile con l’ambiente e la presenza turistica nell’arcipelago”, come ha dichiarato il presidente canario Paulino Rivero.

Mentre si terrà sabato 30 agosto, sul lungomare di Bari, l’ultima tappa del “Giù le mani dal nostro mare”, il tour anti-trivellazioni organizzato dal M5S tra Puglia e Basilicata quest’estate. “Il pericolo incombe ancora per i mari di Puglia, Lucania e Calabria – continuano gli esponenti M5S – Oltre ai tre permessi di ricerca ed alle sei concessioni di coltivazione di idrocarburi già rilasciate dai governi in questi anni, ci sono ora ulteriori tre istanze di permesso di prospezione, un’istanza di concessione di coltivazione e ben 25 istanze di permesso di ricerca di idrocarburi. Un vero e proprio assalto ai nostri mari che il Governo Renzi vuole agevolare, arrogando a sé tutte le competenze in ambito energetico, attraverso la modifica dell’articolo 117 della Costituzione, estromettendo completamente gli enti locali e le regioni da tali questioni. Sul lungomare di Bari – concludono i 5 Stelle – una catena umana urlerà, ancora una volta a gran voce, al primo ministro Matteo Renzi ‘giù le mani dal nostro mare!’”.

 

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