”Abbiamo misurato i livelli di Ipa davanti alle case più vicine all’Ilva, quelle di via Lisippo ad esempio. Lì i valori superavano anche i 90-100 nanogrammi a metro cubo, mentre nelle condizioni meteo (vento da Ilva) nel 2009-2010 si registravano tra i 20 e i 28 nanogrammi a metro cubo nella centralina di via Machiavelli”. Lo sottolinea Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink Taranto, che oggi ha misurato nuovamente le concentrazioni degli Ipa, idrocarburi policiclici aromatici, diffondendo su youtube un video realizzato da Luciano Manna, che documenta le misurazioni dell’analizzatore in dotazione all’associazione ambientalista. Marescotti precisa inoltre che ”i dati diffusi nei giorni scorsi, che attribuiscono all’Ilva il 99,4% degli Ipa, sono ”rielaborazioni ottenute partendo da dati dell’Arpa, utilizzando un modello matematico sempre dell’Arpa Puglia, che stava alla base del rapporto Arpa del 4 giugno 2010, da cui nacque la furibonda girandola di telefonate e di intercettazioni della Procura in cui è finito anche Vendola”. Oggi le nuove rilevazione hanno fatto registrare un picco. ”Se si dà un’occhiata a questo video – puntualizza Marescotti vi renderete conto di cosa significa vivere e respirare nel quartiere Tamburi di Taranto quando il vento viene dall’area dell’Ilva”. (ANSA)