A quanto pare però, gli istituti di credito presenteranno oggi a Gnudi una proposta ancora diversa: ovvero la concessione della metà del prestito di 250 milioni subito, quindi 125 milioni. La restante metà resterà “congelata” in attesa di nuovi eventi. Come spiegato più volte infatti, gli istituti di credito hanno posto precise condizioni per allentare nuovamente i cordoni della borsa a favore del siderurgico tarantino.
Come la presentazione di una manifestazione di interesse, anche sotto forma di lettera d’intenti, da parte di un potenziale partner industriale (il riferimento è ovviamente rivolto al colosso ArcelorMittal, finora unico pretendente per l’ingresso nel capitale sociale di Ilva, nonostante il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi nei giorni scorsi abbia parlato della presenza di 4-5 manifestazioni d’interesse), oltre all’orientamento favorevole delle autorità antitrust in merito ad un’eventuale posizione dominante sul mercato europeo del colosso franco-indiano (il timore delle banche è infatti quello che l’antitrust europeo possa bloccare l’eventuale entrata di ArcelorMittal nel capitale sociale di Ilva Spa).
Ma le banche vogliono vederci chiaro anche e soprattutto in merito alla futura proprietà. Del resto, come sosteniamo da sempre, gli istituti di credito si guarderanno bene dall’erogare altre ingenti risorse economiche ad un’azienda la cui proprietà resta “indefinita” (commissariata sino all’agosto 2016 ma con il gruppo Riva che detiene ancora l’87% della proprietà, 61,62% dalla Riva FIRE, per il 25,38% dalla Siderlux posseduta a sua volta dalla stessa Riva FIRE, per il 10,05% dalla Valbruna Nederland, società olandese della famiglia Amenduni, e per il 2,95% dalla Allbest, un’altra società lussemburghese).
Per non parlare del fatto che AncelorMittal ha già dichiarato per tempo che non intende accollarsi i lavori di risanamento degli impianti previsti dal Piano ambientale. E che i 125 milioni che otterrà Gnudi (con i quali il commissario dovrebbe riuscire nell’impresa impossibile di pagare in un sol colpo pagare stipendi, fornitori e ditte dell’indotto e dell’appalto), serviranno a tirare avanti la carretta sino ai primi di settembre. Dopo di che, ancora una volta, si tornerà al punto di partenza.
Gianmario Leone (TarantoOggi, 30.07.2014)
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