Amarcord – Ciò che eravamo. E ciò che siamo
Per noi però, il telefono era qualcosa di inanimato. Di troppo “sofisticato”. Ed allora via a scrivere lettere. Non è un caso se siamo stati un popolo di scrittori. Il risultato era indefinito, ma l’impegno ce lo mettevi tutto. Magari un giorno avresti trovato il coraggio di regalarle una rosa e un bigliettino dei Baci Perugina. E forse avresti conquistato il suo cuore. Entrando in un mondo di sensazioni ed emozioni che non avresti più voluto lasciare. Sempre tutto attraverso l’esperienza. Perché se c’è una cosa per cui dobbiamo ringraziare ed allo stesso tempo rimproverare i nostri padri, è che non ci hanno mai dato lo straccio di un consiglio sul come anche solo baciare una donna. Ma forse non hanno poi così sbagliato nel tacere.
Per non parlare delle estati che sembravano durare in eterno. Si viveva sempre per strada consumando quantità infinite di ghiaccioli, rigorosamente all’arancia. Si andava a mare per proseguire lì le attività di strada. I più fortunati avevano la villa al mare o andavano in campeggio. Dove ritrovavi gli amici dell’estate, per rivivere la stagione più bella dell’anno sempre allo stesso modo. Era una vita fatta di pini verdi altissimi e robusti, di pinete sconfinate, di scogliere a strapiombo sul mare. Di notti stellate dove i sogni e i desideri di decine di adolescenti spensierati si trasformavano in realtà. Di piedi scalzi sull’asfalto incandescente e su aghi di pino sempre troppo poco fastidiosi per chi ha davanti a sé tutta una vita. Vivevamo così. Senza bisogno di altro.
Poi, un giorno, tutto è cambiato. Dall’oggi al domani. E’ arrivato internet. I pc dentro casa. La tv in camera. I cellulari. Niente è più stato come prima. Improvvisamente abbiamo avvertito il bisogno di avere un telefonino tra le mani, quando sino a quel momento esisteva il telefono di casa, il citofono e i “fischi” personali che ogni padre aveva coniato per il proprio figlio. Nei casi più estremi, si ricorreva alle urla della madre, che spesso sortivano effetti insperati. La mamma è sempre la mamma.