Arrivera’ intorno alle 14 di questo pomeriggio la sentenza del processo di primo grado sulla presunta truffa allo stato di Riva Fire, holding di controllo dell’Ilva. Sul banco degli imputati ci sono Fabio Riva, figlio del patron dell’Ilva Emilio (deceduto di recente) e altre due persone (un dirigente dirigente del gruppo Riva e un uomo da affari svizzero) insieme alla societa’ Riva Fire, che risponde ai sensi della legge 231 sulla responsabilita’ oggettiva di aziende o enti per reati commessi dai loro manager. Sono tutti accusati di associazione a delinquere e truffa. Secondo l’ipotesi accusatoria formulata dal pm Stefano Civardi, sarebbe stata creata una societa’ ad hoc in Svizzera, la Riva Sa, per aggirare la normativa sancita dalla legge Ossola sull’erogazione dei contributi pubblici per le imprese che esportano all’estero. Un escamotage che avrebbe permesso a Riva Fire di truffare lo Stato italiano per circa 100 milioni di euro. Durante la sua requisitoria, il pm Stefano Civardi aveva chiesto la condanna di Fabio Riva a 5 anni e 4 mesi di carcere e una maxi confisca del valore complessivo di complessiva di 91 milioni di euro a carico tutti gli imputati. Nel primo pomeriggio il verdetto dei giudici della Terza Sezione Penale di Milano. (Ansa)