“Le casse dell’Ilva sono vuote” e senza il decreto approvato giovedi’ dal Consiglio dei ministro “non sarebbe stato possibile pagare gli stipendi”, per questo l’opposizione al provvedimento e’ “francamente incomprensibile”. Lo dice Piero Gnudi, il nuovo commissario straordinario dell’Ilva, in un colloquio con il Corriere della Sera, nel quale chiarisce che l’utilizzo dei capitali sequestrati ai Riva dalla magistratura di Milano per il finanziamento del gruppo “era previsto nel testo iniziale, ma e’ nella parte stralciata perche’ ci sono dei problemi giuridici che vanno risolti”. E spiega che la prossima settimana “cominceranno gli incontri con le banche per ottenere un finanziamento ponte”. Il commissario garantisce che l’azienda non e’ decotta: “E’ estremamente efficiente e si e’ trovata in difficolta’ per vicende esterne”; quello di Taranto “e’ lo stabilimento siderurgico piu’ importante d’Europa e non e’ per niente fuori mercato. Oggi per costruirne uno analogo sarebbero necessari 15-20 miliardi di euro”. Per uscire dalla situazione attuale, per Gnudi, “la priorita’ assoluta”, oltre al piano ambientale, “e’ diventata la ricerca di un nuovo azionista. La considero il punto di partenza obbligato perche’ nel mondo dell’acciaio e’ in corso una grande concentrazione e l’Ilva e’ un gigante in Italia ma non ha dimensioni adeguate per reggere la concorrenza internazionale. La prima verifica avviata e’ con ArcelorMittal, il gruppo piu’ importante in Europa”. (ANSA)