“Mi e’ stata proposta la riconferma dal ministro Galletti e ho detto che alle condizioni nuove non sono disponibile. Serviva un cambio di passo e a mio parere non c’e’. Qui bisogna applicare il principio europeo chi inquina paga e in ogni caso assicurare che l’interesse pubblico all’ambiente e all’occupazione sia tutelato, e quindi serviva poter disporre delle risorse sequestrate alla proprieta’ ed eventualmente integrate da un prestito trentennale garantito dallo Stato”. Cosi’ Edo Ronchi, ex subcommissario ambientale all’Ilva, in diretta su Radio24, dopo l’approvazione del decreto ieri. “L’impegno pubblico- sottolinea Ronchi- non puo’ limitarsi ad assicurare un prestito ponte tampone”. E poi “con la pubblicazione del Dpcm piano ambientale siamo entrati in una fase con scadenze fissate e impegni ben definiti. Prima un subcommissario cosulente tecnico poteva anche essere utile. Adesso per rispettare quelle scadenze nella fabbrica piu’ grande d’Europa e per attuare due Aia piu’ un’integrazione che sono centinaia di misure, serve una catena di comando ben definita con capacita’ operativa e responsabilita’ definite”, conclude l’ex subcommissario. (Dire)