“Chiediamo che la legge Rognoni-La Torre sul sequestro e la confisca dei patrimoni ai mafiosi venga estesa anche a chi inquina creando bombe ecologiche immense come quella di Taranto”. Lo dichiara il leader dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: “Il sesto decreto Ilva approvato ieri dal Consiglio dei Ministri è l’ennesima sconfitta della città di Taranto”.
“Il decreto prevede ulteriori proroghe nell’attuazione delle prescrizioni ambientali previste dall’autorizzazione integrata ambientale (AIA) e dal Piano ambientale e conferma che non c’è alcuna volontà di fare le bonifiche e il risanamento ambientale del territorio tarantino violentato da anni di inquinamento con 1.000 posti di lavoro persi nel settore dell’agricoltura, dell’allevamento e della mitilicoltura – spiega il leader ecologista -. I dati epidemiologici drammatici non sono serviti per un cambio di passo da parte del governo che sembra preferire il dialogo con i Riva che alla costruzione di un’alternativa economica-industriale a Taranto”.
“Il danno stimato per il ‘disastro Taranto’ è stimato in circa 8 miliardi di euro, cifra che non a caso la procura aveva sequestrato alla famiglia Riva. Chiedo al governo di approvare una norma che estenda il sequestro e poi confisca dei beni degli inquinatori nella stessa misura di quanto previsto per il sequestro dei beni dei mafiosi – conclude Bonelli -. Chi provoca disastri sanitari e ambientali come quello di Taranto oltre a dovere essere giudicato dalla giustizia deve avere i patrimoni e i beni sequestrati e poi confiscati in ragione del danno provocato. I soldi dei Riva e i loro patrimoni devono essere la garanzia per si può rimettere in moto l’economia tarantina, per risarcire la popolazione dai danni danni subiti e fare le bonifiche, e non per ammodernare gli impianti”.
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