Ilva, Legambiente: “Vergognosa opposizione a risanamento ambientale”
«È scandaloso che i Riva tentino in tutti i modi e ancora una volta di opporsi al risanamento ambientale dello stabilimento siderurgico di Taranto. Ma soprattutto è vergognoso che si oppongano a una delle misure che consideravamo con più favore fra quelle contenute nel Piano Ambientale e cioè l’adozione del preridotto».
È questo il commento di Stefano Ciafani, Francesco Tarantini e Lunetta Franco, rispettivamente vice presidente nazionale di Legambiente, presidente di Legambiente Puglia e presidente del Circolo Legambiente di Taranto, in seguito al ricorso della Riva Fire depositato al Tar del Lazio contro il Piano Ambientale dell’Ilva.
Il futuro dell’Ilva, infatti, potrebbe passare non solo dalla bonifica ambientale e dalla messa in sicurezza degli impianti prescritta dalla legge 231 del 2012, ma anche dall’innovazione tecnologica e dal rilancio competitivo dello stabilimento di Taranto. È il punto attorno al quale ruota il piano industriale da Enrico Bondi ed Edo Ronchi che, oltre a prevedere tutti gli interventi dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), punta soprattutto sul preridotto di ferro e sul gas come nuovo sistema per produrre acciaio in modo più pulito. Il preridotto, infatti, fa a meno dell’agglomerato di minerali mentre il gas sostituisce il coke prodotto dalle cokerie, aree più inquinanti del siderurgico. L’Ilva ha già avviato la sperimentazione del solo preridotto di ferro, per ora acquistato dall’estero, nelle acciaierie e negli altiforni. Inoltre, si è data l’obiettivo di produrre con questa tecnologia 2,5 milioni di tonnellate sugli 8 milioni annui che sono la quota produttiva fissata dall’Aia, e adesso, nel nuovo piano industriale, pone la questione in termini di prospettiva, con l’intenzione cioè di produrre a Taranto il preridotto di ferro dopo il 2015, anno in cui si concluderà la sperimentazione.
«I Riva – aggiungono Ciafani, Tarantini e Franco – contestano proprio quella misura che abbatterebbe in modo sostanziale le emissioni inquinanti, ostacolando la già precaria gestione commissariale che tenta di affrontare una situazione complicata per la quale non si riesce ancora a trovare una definitiva via di uscita. È da irresponsabili fare ricorso al Tar in un momento delicato come quello in corso. Ci auguriamo – concludono – che il Tar rigetti il ricorso dei Riva e riconfermi piuttosto il Piano Ambientale».