Perché ieri – venerdì 4 luglio – per osservare da vicino i delfini “tarantini” nel loro habitat naturale, da Roma era arrivata una folta delegazione della LAV e di Marevivo che si è imbarcata su “Taras”, il catamarano da ricerca della Jonian Dolphin Conservation (JDC), l’associazione di ricerca scientifica che da cinque anni studia e monitora la presenza dei cetacei nel Golfo di Taranto.
L’iniziativa rientra nella campagna “SOS Delfini”, lanciata l’anno scorso in Italia dalle associazioni LAV e Marevivo, e alla quale ha recentemente aderito la Jonian Dolphin Conservation di Taranto; anche grazie alla collaborazione di vari personaggi del mondo dello spettacolo, testimonial sono Giorgio Panariello e Licia Colò, “SOS Delfini” vuole far conoscere ai cittadini la triste realtà dei cetacei che vivono nei delfinari.
Come ha detto nell’occasione Roberto Bennati, vicepresidente nazionale LAV, «siamo venuti a Taranto per documentare, grazie alla collaborazione della JDC, la possibilità di poter ammirare i delfini liberi nel loro habitat naturale, il mare aperto, e non in una vasca di un delfinario; oggi abbiamo ripreso fotografie e riprese video dei delfini, anche aeree mediante un drone radiocomandato, che poi invieremo ai media nazionali e utilizzeremo nei nostri filmati promozionali».
Dopo circa due ore di navigazione, infatti, a circa dieci miglia dalla costa tarantina i ricercatori della JDC hanno avvistato un branco di Stenelle, una specie comune di delfini, che hanno nuotato a pochi metri dal catamarano “Taras” tra lo stupore e l’emozione degli esponenti della LAV e di Marevivo.
Nelle circa 150 uscite in mare annue, nel Golfo di Taranto la Jonian Dolphin Conservation ha una percentuale di avvistamento di circa il 95%; attiva tutto l’anno, in questa stagione il catamarano “Taras” esce in mare quasi ogni giorno, peraltro è possibile imbarcarsi dal Molo Sant’Eligio di Taranto per vivere per un una giornata l’esperienza del ricercatore scientifico (prenotazioni http://www.joniandolphin.it/ o cell 3491338221).
A bordo di “Taras” c’era anche Vittorio Pollazzon, responsabile locale di Marevivo, che ha detto «grazie al monitoraggio e agli studi dei ricercatori della JDC, oggi abbiamo la consapevolezza che nel Golfo di Taranto, un’area fortemente antropizzata, ci sono diverse colonie stanziali di delfini, una presenza che va tutelata anche, e direi soprattutto, con la creazione in queste acque di un Santuario dei cetacei, un’area protetta analoga a quella già esistente nel Mar Ligure».
Sulla stessa lunghezza d’onda Carmelo Fanizza, presidente della Jonian Dolphin Conservation e Comandante di “Taras”, che ha detto «sono felice di aver contribuito oggi alla campagna “SOS Delfini”: mi stringe il cuore il solo pensiero che si possano rinchiudere i delfini in una vasca di pochi metri quadrati, quelli stessi animali che, come oggi, vedo nuotare liberi in mare aperto».
In natura, infatti, i delfini, che percorrono fino a 100 km al giorno, vivono in gruppi sociali complessi, composti da decine di animali e parlano un loro linguaggio, oltre a sviluppare una propria cultura.
Nei delfinari, invece, questi cetacei sono costretti a fare spettacoli o essere esposti ai visitatori. Per divertire un pubblico pagante, essi sono sottratti alle loro comunità originali, prelevati in natura e fatti riprodurre direttamente in piscina, dove si ammalano di più e muoiono prima: la speranza di vita di un delfino in cattività è, infatti, di circa 20 anni contro i 50 anni in natura.
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