Ilva, sindacati pugliesi: “Chiusura sarebbe catastrofe”
TARANTO – ”Le notizie che in maniera confusa stanno emergendo non sono per nulla tranquillizzanti: addirittura un noto istituto bancario ha ventilato la chiusura dello stabilimento ionico quale soluzione piu’ conveniente e auspicabile in virtu’ della condizione disastrosa in cui verte l’Ilva. Qualora cio’ accadesse si tratterebbe di una catastrofe”. Lo scrivono i segretari generali pugliesi di Cgil, (Gianni Forte), Cisl (Giulio Colecchia) e Uil (Aldo Pugliese) in una lettera aperta al premier, Matteo Renzi. La crisi dell’azienda puo’ travolgere ”non solo i tanti lavoratori – aggiungono – che dipendono dalla vita del siderurgico, ma anche l’intero sistema industriale ed economico nazionale, di cui l’Ilva rappresenta un pilastro indiscutibile”.
Le organizzazioni sindacali ricordano che e’ trascorso oltre un mese dall’insediamento del nuovo commissario, Pietro Gnudi, ma ”continuano a rimanere bloccati gli interventi per l’attuazione delle misure previste dall’Aia, nonche’ dallo stesso Piano Ambientale. Inoltre, e’ dall’inizio dell’anno che le imprese dell’appalto e quelle dell’indotto non ricevono le spettanze dall’Ilva e di conseguenza non vengono corrisposte le retribuzioni ai circa 5000 lavoratori dipendenti dalle stesse”. Allo stato attuale, concludono i sindacalisti rivolgendosi a Renzi, ”non si ricevono certezze neanche per il pagamento delle retribuzioni al prossimo 12 luglio per i 12mila lavoratori diretti dell’Ilva. Circa un mese fa, proprio lei annuncio’ la volonta’ di voler prendere direttamente in mano la situazione. Ecco perche’ ci permettiamo di chiederle e di sollecitarle di mantenere fede alle attese onde evitare che anche la tenuta sociale, in quel territorio, diventi presto a serio rischio”. (ANSA)