Ilva, Confindustria Taranto scrive al premier Renzi

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ILVA NUOVASempre critica la situazione dell’Ilva. Il cambio di commissario deciso dal Governo lo scorso 6 giugno, con Piero Gnudi al posto di Enrico Bondi, non ha sinora prodotto risultati secondo sindacati metalmeccanici e mondo delle imprese. Permangono tutte le incertezze di un mese fa, e anche prima, la situazione di cassa dell’azienda è drammatica, non si sa ancora se il 12 luglio verranno pagati gli stipendi, che questo mese saranno doppi in quanto c’é da corrispondere anche il premio di produzione, e in più i cantieri dell’AIA stanno accumulando nuovi ritardi e ora rischiano di fermarsi definitivamente perché l’Ilva continua a non pagare le aziende.

Prende le mosse da questa situazione la richiesta di Confindustria Taranto a Matteo Renzi di bloccare, in via temporanea, le scadenze tributaria e previdenziali delle stesse aziende appaltatrici e dell’indotto Ilva. “I crediti scaduti e non riscossi da parte delle imprese dell’appalto ammontano ad oggi a circa quarantasei milioni di euro – rammenta Confindustria Taranto -. Le imprese interessate sono, in Puglia, duecentonovantacinque. Molte di queste realtà imprenditoriali, grandi, medie e piccole, sono sull’orlo del fallimento, alcune già in procinto di chiudere. Confindustria ha in questi ultimi mesi messo in campo tutta una serie di iniziative che potessero in qualche modo sostenere e supportare le aziende dell’appalto in questa difficilissima congiuntura. L’azione di pressing degli industriali nei confronti delle banche, e la forte interlocuzione con la Prefettura, hanno portato alla stipula di un accordo col quale l’Ilva si è impegnata a certificare verso le banche i crediti vantati dalle aziende appaltatrici per le attività effettuate, in modo che gli stessi istituti di credito possano anticipare le fatture e ridare in tal modo un pò di ossigeno alle casse asfittiche di moltissime realtà, piccole e grandi, del territorio. Questo primo intervento, però, da solo non può bastare”.

Confindustria annuncia di aver messo a punto un documento “inviato al presidente del Consiglio dei ministri” e parla di una “situazione grave ed eccezionale che riguarda l’area di Taranto. Conseguentemente, ci sono ipotesi di intervento di carattere straordinario. Per Confindustria Taranto, esistono i ‘requisiti’ e le ‘condizioni idonee’ per l’applicazione dell’articolo 9 comma 2 della legge 27 luglio 2000, numero 2012, “che attribuisce al ministro delle Finanze, sentito il ministro del Tesoro, il potere di ‘sospendere o differire il termine per l’adempimento degli obblighi tributari a favore dei contribuenti interessati da eventi eccezionali ed imprevedibili”. Secondo Confindustria Taranto, “tale applicazione consentirebbe alle imprese dell’indotto di superare lo stato attuale di impasse in attesa di una ripresa del normale flusso di liquidità che è auspicabile possa arrivare a breve – presumibilmente dopo la pausa estiva – anche a seguito dell’insediamento del nuovo commissario Ilva e del nuovo management preposto alla gestione della produzione. Si tratterebbe, a tutti gli effetti, di un provvedimento vitale per le imprese”.

 (dal TarantoOggi del 2.2.2014)

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