Si comincia dal rischio legato all’inquinamento del mare e agli incidenti petroliferi. “Il progetto Tempa Rossa – viene spiegato – prevede un aumento del traffico di petroliere in mar Grande con rischio di sversamenti per cause accidentali o operazionali”. Vengono citati anche alcuni dati elaborati dall’Ispra sugli incidenti rilevanti occorsi nei mari italiani dal 1977 al 2010. La maggior parte degli sversamenti è avvenuta in Grecia (30%), Italia (18%) e Spagna (14%), “ossia nei pressi di quei Paesi dove sono localizzati i più importanti porti in cui si concentrano i volumi più elevati di traffico”. Inoltre, si fa notare che in Europa non esiste un numero sufficiente di navi in grado di intervenire efficientemente in caso di inquinamento derivante da sversamenti di idrocarburi.
“E’ evidente – fanno notare dal movimento – che l’aumento del traffico di petroliere aumenta la probabilità di incidenti con gravi conseguenze sulle risorse ittiche marine”, mentre “il porto di Taranto sarebbe destinato a battere il record italiano di incidenti con sversamento di derivati petroliferi in mare, il cui rischio è già attualmente molto elevato”. Ma a preoccupare è anche altro: “Da un’analisi del Rapporto di Sicurezza presentato dall’azienda relativo al progetto “Tempa Rossa” si evince un aumento complessivo del rischio di incidente rilevante per l’interessamento del parco serbatoi situato lungo la Strada Statale 106″. L’aggiunta di due serbatoi della capacità di 180.000 metri cubi accanto a quelli già esistenti determinerebbe un aumento del rischio di incidente rilevante con possibilità di interessamento delle aree circostanti la raffineria, specie quelle frequentate dal pubblico.
Durante la conferenza stampa viene puntato l’indice contro un certo modo di fare politica: “Rigettiamo ogni forma di contrattazione con il privato in termini di acquisizione di royalties (denaro offerto in cambio dello sfruttamento selvaggio del nostro territorio), in quanto non siamo disposti a svendere la nostra città e la nostra salute”. Non può mancare un cenno alla posizione assunta dal Pd che due anni fa, in Consiglio Comunale, votò contro il progetto Tempa Rossa. Oggi potrebbe cambiare atteggiamento in cambio di nuove garanzie a livello ambientale ed economico da parte dell’Eni che a breve dovrebbe presentare un ulteriore documento.
“Si vuole camuffare questo documento parlando di questioni ambientali e compensazioni – dichiara Daniela Spera – in realtà una parte dell’Amministrazione comunale vuole attuare una svendita del nostro territorio. Sono disposti a concedere un “sì” a patto che l’Eni offra di più in termini economici. Ricordiamo che alla città arriverebbero solo gli spiccioli rispetto a quanto guadagnano compagnie come l’Eni. Solo rifiutando questi spiccioli eviteremo la morte di Taranto. Nessuna cifra può e deve bloccare il nostro futuro”. Il rischio evocato dalla Spera è chiaro: “A spartirsi i soldi sarebbero solo alcuni: multinazionali e politici, sia a livello locale che centrale. Questo i cittadini non possono accettarlo”.
Alessandra Congedo
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