Ilva, botta e risposta tra “Iris” e “TarantoOggi”
TARANTO – “In merito a quanto pubblicato da “TarantoOggi” nell’articolo di apertura di pagina 6, del numero di Sabato 21 – Domenica 22 Giugno 201, IRIS Srl precisa quanto segue: “Il 20 giugno 2014 alcuni operai del primo turno addetti alle manutenzioni presso Ilva SpA hanno incrociato per la prima volta, e non nuovamente, le braccia in disaccordo con l’erogazione di acconto di mille euro ciascuno sulla mensilità da percepire, nonostante preventivo e ufficiale comunicato da parte della Direzione aziendale.
Gli operai addetti alle costruzioni hanno regolarmente prestato la propria attività lavorativa, così come, nella loro interezza, gli operai del secondo turno. La IRIS Srl ha puntualmente corrisposto tutte le mensilità precedenti, perciò è inappropriato e diffamatorio scrivere “in quanto l’azienda continua a non corrispondere gli stipendi”. Si ritiene che creare allarme in una situazione già drammaticamente difficile come quello che oggi vive ILVA SpA e di riflesso tutte le aziende dell’indotto, con notizie distorte, imprecise e non verificate, denoti da parte dell’informazione pubblica grande superficialità e scarso senso dell’etica professionale. Restiamo in attesa di rettifica delle affermazioni con riscontro immediato”.
IRIS SRL – La Direzione
MA LA REALTA’ E’ LEGGERMENTE DIVERSA – LA REPLICA DEL TARANTOOGGI
Secondo le informazioni in nostro possesso però, le cose non stanno esattamente così. Punto primo, a noi risulta secondo fonti ben accreditate, che tutti gli addetti del primo turno non abbiano lavorato incrociando le braccia, e non soltanto “alcuni” come scritto dall’azienda.
Punto secondo, “gli operai addetti alle costruzioni” sono quelli impiegati nell’officina della società in quel di Torricella, dunque non ha senso inserirli nel computo di quelli che lavorano nel cantiere Ilva. Punto terzo, sempre stando alle informazioni in nostro possesso, gli operai hanno incrociato le braccia proprio perché, ancora venerdì mattina, non avevano ricevuto l’acconto di mille euro (e non perché non erano d’accordo con questa operazione) promesso dalla società, in attesa di poter corrispondere per intero lo stipendio. Infatti due giorni prima, attraverso un avviso affisso sulla bacheca aziendale, la società IRIS aveva informato i lavoratori del ritardo del pagamento e del versamento dell’acconto di mille euro entro venerdì mattina. Soltanto nel pomeriggio alcuni operai hanno ricevuto l’acconto, motivo per il quale sono rientrati a lavoro interrompendo lo stato di agitazione. Dunque la frase contestata, “in quanto l’azienda continua a non corrispondere gli stipendi” (del mese di maggio), non solo corrisponde al vero, ma era legata soprattutto al mancato ricevuto acconto da parte dei lavoratori.
Infine, restiamo stupiti dalla presunta lezione morale che la società IRIS vorrebbe darci in termini di superficialità e scarso senso dell’etica professionale. Intanto, la società spieghi come mai il giorno dopo lo sciopero ha affisso in bacheca un bel comunicato in cui rimproverava gli operai di aver scioperato, sostenendo addirittura la rottura del “rapporto fiduciario” tra azienda e lavoratori.
Dal nostro punto di vista, proprio a fronte della grave crisi dell’Ilva e a cascata delle aziende dell’indotto, bisognerebbe avere molto più rispetto nei confronti dei lavoratori. E dei loro diritti. Per la difesa dei quali hanno il sacrosanto diritto di lottare nelle forme che preferiscono. Rimproverarli di ciò e addirittura sostenere che agire in tal senso comporta la rottura del rapporto fiduciario tra azienda e lavoratore si avvicina molto alla superficialità ed allo scarso senso dell’etica professionale di cui l’IRIS srl ci accusa. Quanto sopra soltanto per la precisione e per dovere di cronaca. Non certamente per fare polemica.
Gianmario Leone (TarantoOggi, 24.06.2014)