Centouno piccole e medie opere incompiute, utili al territorio e ai cittadini. Con il dossier #sbloccafuturo Legambiente raccoglie e risponde alla sfida lanciata dal premier Renzi ai sindaci d’Italia per individuare procedimenti fermi da anni, per ritardi o inconcludenze di settori diversi della Pubblica Amministrazione. L’associazione ha individuato un primo blocco di 101 cantieri che ancora non hanno visto la luce per responsabilità diverse. Due sono a Taranto: la bonifica del Mar Piccolo e il collegamento ferroviario del porto.
La voce più consistente riguarda il sistema dei trasporti (ferrovie, trasporti urbani, mobilità dolce), insieme alla messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico. Poi, a seguire, bonifiche, depurazione, riqualificazione urbana, sicurezza sismica, abbattimento di manufatti abusivi, impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti. Nel decreto Sblocca Italia che il Governo ha annunciato per fine luglio per Legambiente dovranno trovar spazio regole e procedure per la realizzazione di opere la cui mancata realizzazione pesa negativamente sulla salute dei cittadini, sulla loro libertà di movimento, sulla possibilità di migliorare la qualità della vita, l’economia locale e nazionale.
A Taranto: la bonifica del mar Piccolo torna in alto mare.
La bonifica dell’area del mar Piccolo a Taranto, gravata dai veleni dell’Arsenale Militare, degli ex Cantieri Navali di Fincantieri e dal siderurgico, poteva rappresentare un momento di ripresa per una città in ginocchio. Ben 119 milioni di euro sono stati destinati alle bonifiche di una delle aree 17 inserita già dal 1990 fra quelle ad elevato rischio ambientale e dal 1998 fra i Siti di interesse nazionale. A gennaio 2013 il Governo Monti nomina l’ing. Alfio Pini, Capo del Corpo dei Vigili del Fuoco, a Commissario straordinario e istituisce una cabina di regia per realizzare gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto. Un anno e mezzo dopo arrivano le dimissioni per pensionamento del Commissario, in assenza del quale le risorse nazionali (20 milioni) e quelle regionali (63 milioni) rimangono congelate, con il rischio della completa paralisi. Ora si rischia il blocco dei lavori di bonifica dei terreni contaminati delle 4 scuole del quartiere Tamburi e dell’iter per il risanamento del Mar Piccolo. E pensare che i lavori per la riqualificazione delle scuole sono stati già aggiudicati e logica vorrebbe che venissero realizzati in estate quando le attività didattiche sono sospese. Le bonifiche tornano in alto mare, le risorse si congelano, il caos tra istituzioni regna sovrano.
Al grande Porto di Taranto mancano circa 750 metri di binari
Dal terminal container del porto di Taranto la stazione ferroviaria di Cagioni si vede bene. Ci sono circa 750 metri di distanza, appena 750 metri che dividono migliaia di container dalla rete ferroviaria europea, che impediscono alle merci sbarcate a Taranto di arrivare nel resto del mondo passando semplicemente dalle navi alle rotaie. E invece no, c’è bisogno di passare per la gomma, per inutili e inquinanti Tir. Anche in questo caso il progetto esiste ed è finanziato con il PON 2007-2013 con ben 25,5 milioni e prevede la realizzazione dei 750 metri di binari e il potenziamento della stazione ferroviaria di Cagioni.
Il progetto risale a circa 5 anni fa, il soggetto attuatore (RFI) ha già predisposto la progettazione preliminare e definitiva e ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie, ma non può bandire la gara d’appalto perché è in attesa degli esiti sulla Notifica degli aiuti di Stato o, peggio, è in attesa di sapere dal Governo se per tale opera si debba o meno chiedere la Notifica UE. Dall’autunno 2013 si assiste così al rimpallo di pareri e responsabilità tra Ministero delle Infrastrutture, Ministero dello Sviluppo Economico ed RFI, con buona pace della competitività del porto di Taranto.
Con la presentazione delle prime 101 opere #sbloccafuturo Legambiente propone una riflessione ed apre un tavolo di lavoro: “Chiediamo ai sindaci di aiutarci ad individuare tutti gli ostacoli che in Italia bloccano le opere utili per i cittadini ed il territorio, per proseguire insieme nella segnalazione al Governo Renzi di cosa davvero serve al Paese e apre nuove e significative prospettive di sviluppo”.
Il dossier integrale è scaricabile all’indirizzo http://www.legambiente.it/sblocca-futuro
Legambiente Taranto
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