Ilva, udienza rinviata a settembre (Il Manifesto)

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udienza ilvaTARANTO – Tutto come previsto per l’udienza preliminare del maxi processo sull’Ilva: il gup del Tribunale di Taranto Vilma Gilli ha infatti sospeso il procedimento aggiornando il processo per disastro ambientale al prossimo 16 settembre. Il gup ha inviato gli atti sono alla Corte di Cassazione in seguito alla richiesta di remissione del processo ad altra sede per presunta incompatibilità ambientale presentata nelle scorse settimane dai legali dei Riva e di altri 15 imputati.

Teoria contestata dalla Procura, che ha presentato al gup una relazione di 15 pagine nella quale invita il giudice ad andare avanti con il procedimento, ricordando come ultimamente il gruppo Riva sia stato assolto nell’ambito del processo sul presunto monopolio al porto di Taranto. Sentenza che per la Procura testimonia come nel capoluogo ionico non vi sia alcun pregiudizio nei confronti del gruppo lombardo. Intanto, in attesa della decisione della Suprema Corte l’udienza è quindi sospesa: ciò significa che se la stessa decisione non dovesse essere presa entro il 16 settembre l’udienza prevista in quella data non si potrebbe svolgere.

Il gup ha anche sospeso i termini di prescrizione dei reati e, per tre imputati, i termini di custodia cautelare. Infine è stata disposta la rinnovazione della notifica delle citazioni di tre imputati per i quali oggi i rispettivi legali avevano sollevato eccezioni di nullità, accolta dal gup Gilli. Oltre ai legali dei 49 imputati, presenti in aula decine di avvocati che hanno annunciato diverse centinaia di richieste di costituzione di parte civile. Sia da parte di operai Ilva, che di lavoratori deceduti dopo il sequestro del luglio 2012, Francesco Zaccaria e Claudio Marsella, che di diverse associazione ambientaliste, e dei sindacati metalmeccanici Fiom (presente il segretario nazionale Maurizio Landini), Fim e Uilm che hanno chiesto di essere parte civile nel processo.

Intanto, mentre a Taranto si svolgeva l’udienza preliminare, a Roma l’ex sub commissario dell’Ilva Edo Ronchi (il cui mandato è scaduto lo scorso 15 giugno e dovrà essere rinnovato dal ministro dell’Ambiente), sosteneva come la qualità dell’aria di Taranto fosse tra le migliori d’Italia. Il che è testimoniato dalla relazione sulla qualità dell’aria dell’anno 2013 redatta da Arpa Puglia e resa pubblica lo scorso marzo. Peccato che Ronchi ometta un “piccolo” particolare: ovvero che questi dati, come relazionato dalla stessa Arpa, siano dovuti alla fermata di alcuni impianti del siderurgico (a cominciare da 6 batterie su 10 della cokeria) ed al conseguente calo della produzione (oltre due milioni di tonnellate in meno prodotte rispetto al 2012). Non certamente all’avvio dei lavori previsti dall’Autorizzazione integrata ambientale, recepiti e rimodulati nella tempistica dal Piano ambientale approvato nel mese scorso dal Consiglio dei ministri. Tant’è che ieri lo stesso Ronchi ha ammesso come in realtà “i lavori principali devono ancora iniziare”, chiedendo 800 milioni di euro, 550 per il 2014 e 250 fino a giugno 2015, per avviarli.

Infine sempre ieri, il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, è intervenuto sul caso Ilva rispondendo nell’Aula del Senato ad alcune interrogazioni. Il governo intende “cercare il rilancio industriale dell’Ilva, e non può escludere che esso possa passare per una revisione del piano industriale” di Bondi. “Ci sono investitori italiani ed esteri interessati – ha aggiunto la Guidi – e forse anche a breve una due diligence”. Anche se “non è da nascondere che la situazione finanziaria della società è difficile”, ha concluso il ministro.

Gianmario Leone (Il Manifesto, 20 giugno 2014)

 

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